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Meloni e Salvini dal palco di Verona: “Non faremo la fine di Romeo e Giulietta”

“Poiché avevano detto che saremmo stati come Romeo e Giulietta, garantisco che non faremo la stessa fine”, scherza Giorgia Meloni abbracciando Matteo Salvini dal palco di Verona, dove Lega e Fratelli d’Italia sostengono il sindaco uscente Federico Sboarina.
A cura di Annalisa Girardi
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Prove di distensione per Matteo Salvini e Giorgia Meloni dal palco di Verona, alla chiusura della campagna elettorale a sostegno del sindaco uscente, Federico Sboarina, sostenuto da Lega e Fratelli d'Italia, ma non da Forza Italia che si è invece schierata a favore dell'ex primo cittadino Flavio Tosi. "Poiché avevano detto che saremmo stati come Romeo e Giulietta, garantisco che non faremo la stessa fine", ha scherzato Meloni, dopo le tensioni delle ultime settimane sulla gestione delle amministrative da parte del centrodestra.

"Voglio leggere i titoli e le polemiche sui giornali, noi siamo qua e belli come il sole", le ha fatto eco Salvini, abbracciando l'alleata sul palco. In realtà le distanze tra i due (e in generale le difficoltà nella coesione del centrodestra) vanno ormai avanti dalla partita del Quirinale: nelle ultime settimane, però, i toni si erano alzati con le elezioni comunali in arrivo. Dove non sempre la corsa è risultata compatta. Ma a Verona il patto tra Lega e Fratelli d'Italia tiene, nonostante lo strappo di Silvio Berlusconi, schieratosi a favore di Tosi, ex esponente leghista e uscito dal partito per contrasti con i vertici in seguito alle regionali in Veneto.

Sia Lega che Fratelli d'Italia sostengono il sindaco uscente, che dalla lista civica è passato al partito di Meloni. "Il centrodestra è compatto, questo è l'obiettivo con alcune idee chiare. Noi siamo orgogliosi di quello che siamo e non abbiamo paura di nessuno", ha sottolineato ancora Salvini dal palco. "Noi non abbiamo un piano B rispetto alle alleanze. Per noi il centrodestra è fondamentale. Chiaramente perché una coalizione sia competitiva, forte e credibile ha bisogno di regole, ha bisogno di orgoglio, ha bisogno di chiarezza sul futuro. È quello che io ho chiesto", ha ribadito Meloni.

Gli equilibri interni del centrodestra e la sfida per la leadership, però, rimangono temi caldi. E all'appuntamento di domenica sorpassi, vittorie o sconfitte potrebbero agitare ancor più le acque. Per la Lega, poi, la posta in gioco è ancora più alta, con il voto per il referendum sulla Giustizia e un quorum difficile da raggiungere.

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