video suggerito
video suggerito

Meloni e Renzi: avanti i giovani, ma solo quelli che stanno dall’altra parte!

Le nuove leve provano a mettere la testa fuori dal sacco. E’ un gesto che i partiti sembrano appoggiare con piacere, ma solo per i giovani che non gli leverebbero il posto, cioè quelli degli altri.
A cura di Andrea Parrella
59 CONDIVISIONI
melonirenzi

Una linea di congiunzione abbastanza netta lega i destini di Matteo Renzi e Giorgia Meloni, quei due ragazzetti del quartierino politico italiano, che viaggiano in bilico sulla cresta dell'onda. Stanno in una intersezione di insiemi, abitano uno spazio comune, una terra di mezzo tra due fazioni, quel comune denominatore tra i centri, quello di sinistra e quello di destra. A legare i due enfant prodige potrebbero non essere solo l'anagrafe e l'orticaria che gli provoca l'establishement dei propri rispettivi partiti, ma anche l'anomala accoglienza che si buscano da parte degli schieramenti politici opposti.

Il pallino di Berlusconi per Renzi (al ballottaggio domenica con Bersani), vero o no che sia, è stato confermato lunedì, quando ha elogiato il sindaco di Firenze indicandolo come probabile interprete di una fase socialdemocratica per l'Italia. Anche le altre forze politiche, non esattamente espressione di afflati di sinistra, hanno aperto le braccia all'idea che fosse lui il candidato premier scelto dalle primarie. L'ospitalità che Renzi si busca in casa altrui è direttamente proporzionale all'attrito cui si ritrova a far fronte in casa propria. Ma è tutto già noto, nulla di nuovo.

Ciò che pare invece nuovo, specie a fronte di una candidatura anunciata di recente è il favore che l'idea di Giorgia Meloni stia riscuotendo tra i fedeli di centrosinistra. Ammesso che le primarie Pdl si facciano, va detto che nell'ultima settimana, l'ex ministro è stata ospite in diversi luoghi televisivi presidiati da  filo Piddini che l'hanno accolta col riconoscimento d'essere una delle più credibili candidate alle eventuali primarie del Pdl. Lunedì sera, Lerner, salutandola, le ha esplicitamente detto "Le auguro di vincere le primarie". Anche la visita effettuata dalla Meloni presso la sede storica del Pd di Roma, il giorno delle primarie, è qualcosa che lascia immaginare una certa compiacenza o perlomeno una strizzata d'occhio con l'organigramma del principale partito di centrosinistra.

Forse tutto ciò accade  perché Giorgia Meloni interpreta a pieno, nel Pdl, lo spirito di quelle primarie che a sinistra, oramai, amano immensamente? La sola cosa certa è che Renzi e Meloni paiono prendere schiaffi tra i loro e carezze tra gli altri. Per dirla meglio, Pd e Pdl farebbero sfoggio del bastone coi propri "emergenti" e della carota con quelli altrui. E' ragionevole ritenere che i due facciano paura oppure si potrebbe considerare l'eventualità che tutti e due abbiano sbagliato completamente schieramento; infine che, chi li elogia, ha capito che questa sia l'unica tattica per delegittimarli rispetto agli occhi dell'elettorato di propria competenza: un piano piuttosto scontato che avrebbe alla base l'istinto primordiale dell'attaccamento alla poltrona.

59 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views