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Giorgia Meloni parla assieme a Papa Francesco: “L’utero non si affitta, i bambini non si trovano sugli scaffali”

Giorgia Meloni ha aperto gli Stati Generali sulla natalità con un discorso in cui ha attaccato la gestazione per altri: “Gli uteri non si affittano, i figli non sono prodotti da banco che puoi scegliere sullo scaffale”. Presente anche Papa Francesco.
A cura di Luca Pons
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Nel secondo giorno degli Stati Generali sulla natalità, hanno presenziato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Papa Francesco. Il discorso di apertura è andato alla leader di Fratelli d'Italia, che ha iniziato presentando la linea del suo governo sul tema della famiglia: "Abbiamo scelto di dedicare un ministero alla natalità. Il tema oggi è una priorità assoluta della nazione, che attraversa trasversalmente tutte le politiche del governo. Dedicare un ministero non significa che servono politiche settoriali, ma che il punto di vista della famiglia deve esserci a 360 gradi nell'azione del governo. Considerare in ogni ambito il valore aggiunto di chi mette al mondo figli". A conclusione del suo intervento, la presidente del Consiglio ha invece attaccato la gestazione per altri, dicendo che "gli uteri non si affittano" e "i figli non sono prodotti da banco", ma anche ribadendo che "siamo tutti nati da un uomo e una donna".

Meloni: il governo vuole creare le "condizioni culturali" per una "nuova vitalità della società"

Meloni ha poi citato alcune delle scelte fatte dall'esecutivo: "La nostra legge di bilancio è stata scritta in dieci giorni, eppure indica una rotta della direzione che intendiamo seguire: aumento dell'assegno unico, rinnovo delle agevolazioni per l'acquisto della casa per le giovani coppie. E poi le norme recenti del primo maggio sul lavoro, con gli aiuti per le famiglie che abbiano un disabile, un minore o un anziano a carico. O la scelta di rendere strutturale il fringe benefit, dando la priorità ha chi ha figli".

"Voglio approfittare di questa situazione per spiegare la visione di fondo che ci muove", ha detto la presidente del Consiglio. "Il punto fondamentale è che la denatalità non dipende solo da questioni materiali: certo c'è anche quello, l'armonizzazione vita-lavoro, asili, sanità. Ma dipende anche dalla capacità che una società ha di percepirsi come vitale, di pensarsi nei decenni a venire. E questo a noi è mancato. Questa è la nostra prima e più grande sfida".

"Non la vogliamo affrontare con l'approccio dirigista e fallimentare del passato. Il nostro approccio è quello sussidiario: il compito dello Stato è creare le condizioni favorevoli, con l'ambiente normativo e soprattutto sul piano culturale, allo sviluppo e alla famiglia. Vogliamo promuovere una nuova vitalità della nostra società, anche sul piano culturale", ha continuato la presidente del Consiglio. "Ma non vogliamo uno Stato etico, vogliamo uno Stato che accompagni. Vogliamo scommettere sugli italiani, sui giovani, sulla loro fame di futuro. Sulla capacità di capire che il loro destino dipende in gran parte dalla loro volontà. Crediamo che l'ottimismo sia la più potente benzina che si può mettere nel motore di qualsiasi società, e liberare le energie delle persone è la migliore chiave".

"Gli uteri non si affittano, i figli non li puoi scegliere sullo scaffale"

Meloni ha concluso con un'invettiva contro la gestazione per altri: "Vogliamo una nazione in cui fare un figlio è una scelta bellissima, che non ti toglie niente, non ti impedisce niente e ti dà tantissimo. Per decenni la cultura dominante ci ha detto il contrario: noi vogliamo dire che, qualsiasi siano le inclinazioni di ciascuno, siamo tutti nati da un uomo e una donna, la maternità non è in vendita, gli uteri non si affittano, i figli non sono prodotti da banco che puoi scegliere sullo scaffale come se fossi al supermercato e magari poi restituire se il prodotto non è quello che ti aspettavi".

Papa Francesco: "Per i giovani affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali"

A prendere la parola è stato poi il pontefice, Papa Francesco. Il capo di Stato del Vaticano nel suo intervento ha toccato anche il tema degli affitti, che negli ultimi giorni ha scatenato proteste da parte di studenti universitari in molte città. "Forse mai come in questo tempo, il futuro appare incerto. E le giovani generazioni sperimentano più di tutti una sensazione di precarietà, per cui il domani sembra una montagna impossibile da scalare. Difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali". Questi, ha detto il Papa, "sono problemi che interpellano la politica, perché è sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi".

"La nascita dei figli è l'indicatore principale per misurare la speranza di un popolo. E questo non ha solo ricadute economiche e sociali, ma mina la fiducia nell'avvenire", ha continuato il pontefice. Ma "metter su famiglia si sta trasformando in uno sforzo titanico, anziché essere un valore condiviso che tutti riconoscono e sostengono". In questo modo, "solo i più ricchi possono permettersi, grazie alle loro risorse, maggiore libertà nello scegliere che forma dare alle proprie vite. E questo è ingiusto, oltre che umiliante".

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