Meloni difende la legge Bavaglio che limita i giornalisti: “Non è mia iniziativa, ma è equilibrata”
La cosiddetta legge bavaglio è una "norma di equilibrio tra il diritto di informare e il diritto del cittadino prima che sia condannato a non trovare sui giornali particolari che possono ledere la sua dignità". Lo ha detto Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno, slittata a gennaio per le sue condizioni di salute. La norma in questione è stata da poco approvata dalla Camera e deve ancora essere votata al Senato: prevede per i giornali sia vietato pubblicare il testo delle ordinanze di custodia cautelare ("integrale o per estratto", quindi anche solo in parte).
Dal 2019 è possibile pubblicare il testo delle ordinanze. Si tratta del documento firmato da un giudice, su richiesta del pubblico ministero, per formalizzare un fermo o altre misure di custodia cautelare. Il punto è che l'ordinanza deve essere motivata, quindi al suo interno ci sono sempre informazioni importanti sullo svolgimento delle indagini, gli atti portati avanti fino a quel momento dalla Procura, interrogatori, intercettazioni eccetera. Con la nuova legge diventerebbe vietato pubblicare il testo dell'ordinanza fino all'inizio dell'eventuale processo. Per questo chi si oppone alla norma sostiene che bloccare la pubblicazione delle ordinanze sia un limite alla democrazia. La Fnsi, sindacato dei giornalisti, ha protestato sotto Palazzo Chigi e ha disertato la conferenza stampa di Meloni oggi.
La presidente del Consiglio ha risposto a una domanda sul tema: "Questa norma è frutto di un emendamento parlamentare e arriva da un esponente dell'opposizione, su cui c'è stato parere favorevole del governo, ma non è un'iniziativa del governo". La ‘legge bavaglio' infatti è un emendamento firmato da Enrico Costa, deputato di Italia Viva. "Lo dico per dire anche alla Fnsi che la manifestazione sotto palazzo Chigi per una iniziativa che non è del governo, probabilmente avrebbe dovuto tenersi davanti al Parlamento".
Meloni ha poi ricordato: "L'emendamento si aggancia alla normativa europea sulla presunzione di innocenza. Francamente non ci vedo un bavaglio a meno che non si dica che la stampa è stata imbavagliata fino al 2017. E non ricordo che in passato siano state disertate le conferenze stampa del presidente del Consiglio". La presidente del Consiglio ha detto: "Non si toglie il diritto al giornalista a informare perché resta il diritto a conoscere quell'atto e a poterne riportare le notizie importanti per i cittadini. Si può infatti riferire chi è l'arrestato. È un'iniziativa che non avrei preso personalmente, e infatti non l'ho fatto, ma pare una norma di equilibrio".