Meloni dice che vuole liberare la Rai e la cultura italiana dall’intollerante potere di sinistra
Giorgia Meloni lo ha detto chiaramente: vuole liberare la Rai. E non solo la Rai, in realtà, ma tutta la "cultura italiana". La domanda successiva viene spontanea: ma da chi? È presto detto, da un sistema di potere dietro al quale c'è – come sempre – "la sinistra". La presidente del Consiglio è tornata a vestire i panni della leader di partito per qualche ora, volando a Catania dove ha chiuso la campagna elettorale del centrodestra in vista della tornata di elezioni amministrative: "Io non intendo sostituire un intollerante sistema di potere con un altro intollerante sistema di potere – ha detto Meloni parlando della Rai – Voglio liberare la cultura italiana da un intollerante sistema di potere, in cui non potevi lavorare se non ti dichiaravi di una certa parte politica". E ancora: "Voglio un sistema meritocratico e plurale che rappresenti tutti, che dia spazio a tutti in base al valore che dimostrano e non alla tessera".
Insomma, nei giorni degli addii pesantissimi di Fabio Fazio prima e Lucia Annunziata poi – con una serie di questioni ancora in bilico – Meloni è tornata all'attacco: "Quella della sinistra non era un'egemonia culturale ma di potere – ha insistito la presidente del Consiglio da Catania – e la sinistra è molto nervosa perché ha paura di perdere questo sistema di potere".
Per la leader di Fratelli d'Italia è tempo di meritare i ruoli che si ricoprono in Rai, come d'altronde ribadito finora in molte altre occasioni. A partire dal cambio di denominazione del ministero dell'Istruzione, il governo ha sempre insistito sulla questione del merito, utilizzandolo anche quando – come in questo caso – si è trattato di una operazione politica abbastanza evidente: "Se nella Rai qualcuno deve misurarsi col merito e decide che non ce la fa e deve misurarsi con altro – ha chiosato ancora una volta Meloni – non è un problema che possiamo porci noi".