Meloni dice che usciamo dalla via della Seta perché non ha funzionato: e chiede spiegazioni a Conte
L'Italia è il primo Paese al mondo a uscire dalla Belt & Road Initiative, nota anche come la Nuova Via della Seta, il progetto strategico e commerciale lanciato dalla Cina ormai dieci anni fa. Il nostro era anche l'unico Paese del G7 a farne parte: nel 2019 l'allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva deciso di aderirvi e l'intesa era stata materialmente siglata da Luigi Di Maio, al tempo ministro degli Esteri. Alcuni giorni fa il governo di Giorgia Meloni ha notificato tramite una nota verbale la disdetta italiana alle autorità cinesi. La presidente del Consiglio, del resto, fin dal suo insediamento a Palazzo Chigi aveva sottolineato come la partecipazione dell'Italia al progetto fosse stato "un errore".
"Io penso che si debbano mantenere e migliorare rapporti di cooperazione commerciale ed economica con la Cina, ma che lo strumento della Via della Seta non abbia dato i risultati che erano attesi", ha detto oggi, conversando con i giornalisti a Milano. Per poi aggiungere: "Conte ci dovrebbe spiegare la ragione per la quale noi siamo l'unica nazione che ha aderito alla Via della Seta, ma non siamo la nazione che ha gli interscambi maggiori con la Cina anche nelle economie europee".
Insomma, il governo italiano ha deciso di ritirarsi dall'iniziativa in quanto questa non sarebbe riuscita a produrre i vantaggi economici e commerciali auspicati. E, a dimostrarlo, ci sarebbero i rapporti che altre nazioni europee hanno instaurato con Pechino, pur non aderendo alla Belt & Road Initiative.
Argomenti che però non convincono il leader del Movimento Cinque Stelle, che commentando la notizia ha affermato: "Gli accordi della Via della Seta, che ad oggi sono stati sottoscritti da 17 Paesi europei, sono serviti anche a migliorare i rapporti commerciali per provare a riequilibrare una bilancia commerciale che nel rapporto con la Cina non pendeva certo a nostro favore". Secondo Conte a motivare la fuoriuscita dell'Italia ci sarebbero più che altro le pressioni ricevute in questi mesi da alcuni partner occidentali, in particolare gli Stati Uniti, che non avevano mai visto di buon occhio l'accordo commerciale dell'Italia con la Cina.