Meloni dice che si parla senza pietà della sua vita personale, ma lei continua a combattere come Rambo
Il primo anno di governo Meloni è stato "tosto", un periodo in cui "è accaduto tutto quello che poteva accadere". Lo ha detto Giorgia Meloni, intervistata su Rtl 102.5, dicendo che si è trovata a gestire un "disastro". La presidente del Consiglio ha lamentato ancora le difficoltà affrontate e gli attacchi subiti: "Il segreto è un po' vivere giorno per giorno, come direbbe Rambo. Cerchiamo di affrontare ogni problema in modo più pragmatico e serio possibile facendo gli interessi dei cittadini italiani. Nel disastro che ci siamo trovati a gestire, arrivano risultati che raccontano di quello che si è fatto con serietà".
Nella stessa intervista, commentando il fatto che si sia parlato anche delle vicende personali della presidente del Consiglio (come avvenuto con la maggior parte dei suoi predecessori), Meloni ha replicato: "Diciamo che delle volte si è parlato senza pietà delle mie questioni personali". Non c'è stato nessun riferimento esplicito alle questioni stesse, anche se un caso recente è stato quello della separazione dal compagno Andrea Giambruno. "Però, alla fine, elmetto in testa e si combatte", ha concluso la leader di Fratelli d'Italia. Parole che sono sembrate un nuovo ritorno alla narrazione, più volte reiterata dalla presidente del Consiglio nell'ultimo anno, di se stessa come ‘guerriera' sola contro tutti. Una realtà che, va detto, trova poco riscontro nei fatti, considerando che Meloni è la leader del partito più votato in Italia e a capo del governo. Oltre a essere la quarta donna più influente al mondo secondo una classifica di Forbes, che la premier ha commentato: "Si figuri come siamo messi…".
Tra gli altri temi dell'intervista, Meloni ha parlato del caso di Giulia Cecchettin. Ieri si sono svolti i funerali della giovane vittima di femminicidio, e moltissime persone hanno preso parte alla cerimonia: "La giornata di ieri ha rappresentato una svolta, la partecipazione al funerale di Giulia Cecchettin potrebbe rappresentare un cambiamento sul fronte culturale". Poi, allargando il discorso alla violenza di genere: "Esistono uomini che non accettano l'emancipazione, la libertà delle donne, non accettano dei no. È l'elemento alla base del problema che vediamo e dobbiamo combattere ogni giorno".
Più che il patriarcato, ha detto Meloni "il problema vero è l'assenza di cultura, la crisi che vivono le famiglie, il nostro sistema educativo, quanto il Covid ha impattato sulle nuove generazioni e l'incapacità di socializzare". Anche "i social media, con messaggi improntati al nichilismo, al sesso facile, ai soldi facili. Voglio ribadire alle donne italiane: noi siamo libere e non è normale avere paura di un uomo che dice di amarvi, chiamate il 1522, il numero anti violenza: le istituzioni ci sono".
Sul piano politico parlamentare, la capo del governo ha invece respinto le critiche sul salario minimo, o meglio, sull'iniziativa del centrodestra che ha affossato la proposta di salario minimo legale: "Un po' sorrido. M5S e Pd ci dicono che il salario minimo è l'unica cosa che va fatta in Italia, ma in dieci anni al governo non l'hanno fatta", ha detto. Per poi attaccare anche i sindacati: "Vanno in piazza per rivendicare il salario minimo e quando vanno a trattare i contratti collettivi accettano contratti con poco più di cinque euro all'ora come accaduto di recente con il contratto della sicurezza privata. Bisognerebbe essere un po' coerenti".