video suggerito
video suggerito

Meloni dice che mandare i migranti in Ruanda non è deportazione

Durante la visita nel Regno Unito, Giorgia Meloni ha commentato l’accordo del governo Sunak per mandare i migranti che richiedono asilo in Ruanda, mentre la loro richiesta viene elaborata. Per Meloni non è deportazione, perché “di fronte all’immigrazione illegale non stai deportando nessuno”.
A cura di Luca Pons
496 CONDIVISIONI
Immagine

Il Regno Unito ha annunciato da oltre un anno il piano di mandare le persone migranti che entrano irregolarmente nel Paese in Ruanda, in attesa di processare la loro richiesta di asilo. Per Giorgia Meloni, la proposta "non è una questione di deportazione", perché "di fronte all'immigrazione illegale non stai deportando nessuno". La presidente del Consiglio lo ha affermato durante la sua visita a Londra, rispondendo ai giornalisti durante un punto stampa. Ieri, con il primo ministro britannico Rishi Sunak, Meloni ha firmato un memorandum d'intesa tra Italia e Regno Unito che prevede anche di collaborare nella gestione dell'immigrazione.

"Dire che il Ruanda sia un Paese inadeguato è razzista"

Il piano di "delocalizzazione" in Ruanda è stato annunciato ad aprile 2022, sotto il governo di Boris Johnson. Pochi mesi dopo, però, è intervenuta in extremis la Corte europea dei diritti umani per bloccare un volo verso il Paese africano. L'attuale governo di Sunak ha preso decisioni ancora più restrittive nei confronti dei migranti che entrano nel Paese, mantenendo anche in vigore l'accordo con il Ruanda.

Per Meloni, questo non è "un accordo sulla deportazione", ma "un accordo fra Stati liberi per garantire la sicurezza delle persone". La presidente del Consiglio ha ribaltato le accuse: "Fare intendere che il Ruanda sia una nazione che non rispetta i diritti, una nazione inadeguata o addirittura indegna è un modo razzista di leggere le cose", ha detto. E sull'intervento della Corte europea dei diritti umani: "Non so quali siano i principi che vengono violati. Questo racconto per cui in Ruanda come in qualsiasi nazione africana è una nazione impresentabile, quello sì che è razzismo. Non è una questione di deportazione, di fronte all'immigrazione illegale non stai deportando nessuno".

"Migranti che richiedono asilo trattati come criminali? No, ma hanno fatto una cosa illegale"

Meloni ha poi esteso il suo ragionamento: "Quando queste persone arrivano tu processi le loro richieste, c'è un tempo nel quale quella richiesta va processata per capire se c'è il diritto ad avere la protezione internazionale o no. Nel qual caso, per tutte le Corti del mondo, se non hai diritto alla copertura devi tornare a casa". Per il tempo necessario a elaborare le richieste d'asilo, "dove questo accade è assolutamente secondario". Anche se si tratta di un Paese a settemila chilometri di distanza, in centri appositamente costruiti. "Io non sono d’accordo sul principio di deportazione", ha ribadito Meloni, "non vi rendete conto della gravità del temine utilizzato".

La presidente del Consiglio ha comunque chiarito che l'Italia non adotterà misure simili: "Non è una iniziativa che stiamo prevedendo noi. Però sicuramente anche nei Paesi africani o in altri Paesi, se si trovano soluzioni per evitare che la congestione avvenga tutta negli stessi luoghi, questo aiuta. Il fatto che sia un Paese terzo non vuol dire, più soluzioni si trovano per alleggerire la pressione e meglio è".

Meloni ha anche riposto all'accusa che, con un accordo di questo tipo, le persone entrate nel Paese per chiedere protezione internazionale vengano trattate come criminali: "‘Non è questione di considerarli criminali, ma sono responsabili di qualcosa di illegale. È illegale attraversare senza rispettare le regole i confini di una nazione".

Infine, ha suggerito che le critiche arrivate alla misura siano dovute al fatto che il governo britannico è guidato dal partito conservatore: "Attenzione a come vengono raccontate le cose, perché a me pare che molto sia legato a di che matrice sono i governi che fanno le stesse cose, e non faccio esempi perché i miei rapporti internazionali voglio mantenerli buoni… In alcuni casi si fa finta di niente, in altri si ingigantiscono questioni che sono semplicemente il tentativo di risolvere problemi che quando si intensificano rischiano di avere reazioni più difficili da controllare".

496 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views