Meloni dice che l’Italia si sta imponendo in Ue, ma sulle auto green si prende i meriti della Germania
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenuta oggi al raduno di Assolombarda, ha rivendicato la posizione influente dell'Italia – e quindi del suo governo – nell'Unione europea. "Penso al regolamento sui veicoli leggeri", ha detto, riferendosi a quella che in gergo giornalistico è diventata nota come la norma sulle auto green. "Se dopo il 2035 sarà ancora possibile immatricolare veicoli con motore endotermico, alimentati con combustibili neutri in termini di emissioni di CO2 sarà soprattutto grazie al coraggio assunto dall'Italia in questi mesi", ha dichiarato Meloni.
In realtà, però, le cose non stanno proprio così. Il regolamento in questione prevede che dal 2035 non si possano più produrre auto che usino benzina e diesel, e più in generale auto con motore endotermico, con alcune eccezioni. A marzo, quando il dibattito si è scaldato, a opporsi erano soprattutto due Paesi. L'Italia, come ha sottolineato Meloni, e la Germania. Berlino, però, non è stata menzionata nel discorso della presidente del Consiglio.
Cosa chiedevano la Germania e l'Italia sulle auto green
Le loro posizioni non erano identiche. La Germania chiedeva di includere nel regolamento anche l'uso degli e-fuels, o carburanti sintetici, mentre l'Italia puntava sui biocarburanti. Alla fine, solo uno dei due Stati ha ottenuto il risultato desiderato: la Germania, dopo settimane di tensioni diplomatiche, ha raggiunto un accordo con la Commissione europea.
A questo accordo l'Italia si è opposta, votando contro nella riunione dei Rappresentati permanenti (il cosiddetto Coreper I), ma non è servito. "È necessario che l'Europa apra anche ai biofuels", ha commentato il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, ma così non è stato. Fortunatamente per il governo Meloni, però, sia gli e-fuels che i biocarburanti servono ad alimentare quelli che si definiscono motori endotermici. Così oggi la presidente del Consiglio ha potuto sottolineare che "sarà ancora possibile immatricolare veicoli con motore endotermico", tenendosi sul vago.
Il cambio di linea del governo italiano
Già poco dopo l'accordo di marzo, il governo italiano ha cambiato posizione e assunto la linea che oggi Meloni ha ribadito. Da una parte, si diceva che "la partita sui biocarburanti non è affatto persa". E infatti anche oggi la presidente del Consiglio ha aggiunto in fretta: "C'è ancora da lavorare, per far riconoscere i biocarburanti e non solamente i carburanti sintetici, sulla base di dati tecnici e scientifici che devono essere evidenti". Dall'altra parte, l'esecutivo di Roma è rapidamente salito sul carro tedesco, prendendosi il merito di aver "dato una sveglia all'Europa", nelle parole del ministro del Madre in Italy Adolfo Urso.
Il punto è diventato che l'Italia ha contribuito a "imporre il principio della neutralità tecnologica", come ha affermato oggi Meloni. Cioè, l'idea che "l’Europa stabilisca gli obiettivi della transizione ecologica, ma la scelta della tecnologia con cui ogni nazione vuole raggiungerli venga lasciata ai singoli Paesi". Il capitolo biocarburanti, peraltro, non è necessariamente chiuso: a metà aprile un incontro del G7 ha messo sullo stesso piano e-fuels e biofuels, affermando che entrambi possono "contribuire ad una forte decarbonizzazione del settore auto". Non è detto, quindi, che prima dell'entrata in vigore del regolamento la trattativa non possa riaprirsi. Nel frattempo, però, resta il fatto che è stata la richiesta della Germania, e non quella dell'Italia, ad essere accolta dall'Unione europea.