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Meloni dice che la criminalità giovanile si sta allargando a macchia d’olio

La presidente del Consiglio, intervenuta alla fine della conferenza stampa, nega che le misure contro la violenza giovanile siano repressive: “Sono anche preventive, perché per anni i minori sono stati utilizzati come scudo”. E ha lanciato l’allarme: “C’è la stretta sulla criminalità minorile, perché si sta diffondendo a macchia d’olio”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La violenza giovanile si allarga a macchia d'olio, e il governo interviene per prevenirla. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si presenta in conferenza stampa mentre stanno parlando i ministri Piantedosi e Nordio. Aspetta la fine, poi, interviene per ricordare immediatamente che "lo Stato ci mette la faccia". Nel commentare il decreto appena approvato in Consiglio dei ministri, Meloni ricorda che le tre leve su cui vuole agire il governo sono "la bonifica del territorio", "la stretta sulla criminalità minorile" e "la dispersione scolastica". Sulla seconda, la presidente lancia l'allarme: "Si sta diffondendo a macchia d'olio, tutti i fatti di cui parliamo vedono dei giovanissimi come protagonisti".

"Per i reati gravi c'è un ammonimento e la convocazione dei genitori che possono essere chiamati in causa per la mancata vigilanza per i minori, non c'è il tema di sbattere in galera i dodicenni – aggiunge Meloni – C'è la galera per l'arresto in flagranza di reato per i ragazzi dai 14 ai 18 anni". E sottolinea: "Se oggi un ragazzo di 15 anni gira con un'arma carica non si può arrestare". Poi, però, difende l'operato del governo dalla critica più diffusa in queste ore: "Non sono solo misure repressive, ma anche preventive, perché se l'uso dei minorenni si è allargato tanto negli ultimi anni è proprio per questo. Ci si è fatto scudo di minori sempre più giovani e dobbiamo cercare di porre un freno".

Sulla dispersione scolastica, Meloni ammette di non sapere che era prevista solo una multa da 30 euro per chi non manda i figli a scuola: "Ora è un delitto, ti fai fino a due anni di carcere, perché in Italia c'è l'obbligo scolastico". E, parlando dell'accesso ai siti pornografici, dice che quanto deciso sul parental control è il minimo indispensabile: "C'è anche la materia della certificazione dell'età, molto complessa, su cui può intervenire il Parlamento".

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