Meloni dice che il decreto Ong rispetta il diritto internazionale: “No ai traghetti per migranti”
Nell'ultimo appuntamento del 2022 con la sua personalissima rubrica "gli appunti di Giorgia", la presidente del Consiglio Meloni parla innanzitutto della manovra appena approvata: "Ne sono fiera – dice – nonostante la gran parte dei fondi sia stata spesa per contrastare il caro energia non abbiamo rinunciato a fare una legge di Bilancio politica che contiene delle scelte". E annuncia: "Cominciamo a mantenere gli impegni presi e votati dai cittadini. È una manovra che guarda al futuro e all'ottimismo, per spronare chi vuole fare la sua parte per migliorare le condizioni del Paese. È una manovra che dice a chi vuole lavorare fai del tuo meglio e verrà riconosciuto il tuo valore". Infine riepiloga rapidamente: "Incentivi alle assunzioni, pensioni minime, pacchetto famiglie, le tasse piatte…".
"Nel Consiglio dei ministri di due giorni fa abbiamo approvato due importanti provvedimenti: il primo riguarda l'Ilva e l'obiettivo è farne una grande acciaieria verde, rispettando le norme ambientali; il secondo riguarda l'immigrazione, con un decreto che riguarda soprattutto le Ong e ha come obiettivo il rispetto del diritto internazionale", continua Meloni.
Poi la presidente del Consiglio si concentra a lungo proprio sul nuovo decreto sull'immigrazione, molto discusso in questi giorni e soprattutto rifiutato praticamente all'unisono dalle navi umanitarie: "Il diritto internazionale sul salvataggio in mare non prevede che ci sia qualcuno che può fare il traghetto nel Mediterraneo e fare la spola con gli scafisti per trasferire gente – attacca Meloni – Il diritto internazionale dice una cosa molto chiara, ovvero che sei tenuto a salvare qualcuno se fortuitamente lo incontri ed è a rischio. Le norme del governo italiano vogliono circoscrivere il salvataggio dei migranti a quello che è previsto dal diritto internazionale con alcune regole molto semplici".
"Se ti imbatti in un'imbarcazione e salvi delle persone le devi portare al sicuro, e quindi non le tieni a bordo della nave mentre continui a fare altri salvataggi multipli fino a che la nave non è piena. Perché quello non vuol dire mettere la gente al sicuro né salvataggio fortuito di naufraghi – sottolinea Meloni – Chiediamo coerenza tra quello che fanno alcune navi nel Mediterraneo e quello per cui sono registrate, perché ovviamente sono attività diverse".
"Ci vuole uno screening su chi è a bordo, informazioni chiare sui criteri di salvataggio, regole per impedire che nell'accogliere queste persone a bordo non si metta a repentaglio la sicurezza dell'imbarcazione a cui ci si avvicina. Norme stringenti che ci consentono di rispettare il diritto internazionale – continua la presidente del Consiglio – Se queste norme non vengono rispettate si procede con il fermo amministrativo dell'imbarcazione, la prima volta per due mesi, la seconda con sequestro ai fini della confisca".
Poi Meloni spiega l'obiettivo del governo nell'approvare questo decreto, preso come un vero e proprio attacco deliberato alla realtà delle Ong che salvano persone in mare: "Lo facciamo per rispettare il diritto internazionale e i migranti, perché chi sta rischiando la vita ha diritto di essere salvato, ma è una cosa diversa farsi utilizzare nella tratta degli esseri umani e far fare miliardi di euro agli scafisti – attacca ancora la presidente del Consiglio – Il nostro obiettivo rimane fermare le partenze con una missione europea, valutando in degli hotspot in Africa chi è rifugiato e chi no. Migranti e profughi sono due cose diverse. I profughi si accolgono, i flussi migratori si gestiscono con decreti in maniera legale".