Meloni contro inchiesta Fanpage: “Metodo da regime, in pericolo la democrazia”
Nella notte, a margine del Consiglio europeo a Bruxelles, la premier Giorgia Meloni ha rotto il lungo silenzio su Gioventù Meloniana, l'inchiesta di Fanpage.it che ha svelato cosa accade all'interno del movimento giovanile di Fratelli d'Italia, tra richiami al Ventennio, Sieg heil, razzismo, omofobia e insulti antisemiti.
"Penso che chi ha sentimenti razzisti, antisemiti o nostalgici semplicemente abbia sbagliato la propria casa, perché questi sentimenti sono incompatibili con Fratelli D'Italia. Non ci sono ambiguità da parte mia su questo". È stata la risposta della premier ai fatti e ai comportamenti emersi nelle due puntate dell'inchiesta.
Dopo le rapide dichiarazioni di condanna su quanto rivelato dall'inchiesta, che ha portato, tra le altre cose, alle dimissioni di Flaminia Pace e di Elisa Segnini dai rispettivi incarichi al Consiglio nazionale dei Giovani e alla guida della segreteria della deputata Ylenja Lucaselli, Meloni è poi passata all'attacco contestando il metodo adoperato dal team investigativo di Backstair. "Nella storia della Repubblica italiana non è mai accaduto quello che Fanpage ha fatto con Fratelli d'Italia, con nessun partito politico, con nessun'organizzazione giovanile, con nessun'organizzazione sindacale. Non si è mai ritenuto di infiltrarsi in un'organizzazione politica, riprenderne segretamente le riunioni, riprendere anche i fatti personali di minorenni, selezionare cosa mandare", ha dichiarato. "In altri tempi questi sono i metodi che usavano i regimi".
Interrogata se fosse o meno a conoscenza dei comportamenti messi in atto dai giovani del suo partito, la premier ha negato. "Non potevo esserne a conoscenza. Come ho detto tante volte e ribadisco, penso che chi ha sentimenti razzisti antisemiti o nostalgici semplicemente abbia sbagliato la propria casa perché questi sentimenti sono incompatibili con Fratelli d'Italia, sono incompatibili con la destra italiana, con la linea politica che noi abbiamo chiaramente definito in questi anni e quindi su questo io non accetto che ci siano ambiguità", ha ribadito. "Ho chiesto al partito di prendere provvedimenti e voglio essere chiara ancora una volta, anche perché penso che queste persone, che non hanno capito evidentemente dove si trovano, siano i migliori alleati di chi ci vuole male."
Per il momento però, non ci sarebbe nessuna intenzione di sciogliere Gioventù Nazionale da parte della premier. "Da qui ad arrivare a quello che leggo, per cui qualcuno chiede lo scioglimento di un'intera organizzazione giovanile sulla base di fatti che riguardano alcune persone, penso che se la stessa inchiesta si facesse in tutte le organizzazioni giovanili dei partiti politici, noi non sappiamo cosa potrebbe uscire", ha dichiarato. "Prendo atto che questa è una nuova frontiera dello scontro politico anche per come chiaramente la politica l'ha utilizzato. Quindi è uno strumento che sicuramente si potrà utilizzare come strumento politico".
Con una non troppo velata allusione ad Alleanza Verdi-Sinistra e a Ilaria Salis, Meloni ha poi sostenuto che "se ci si infiltrasse nell'organizzazione giovanile di un partito che dice pubblicamente che è legittimo occupare abusivamente le case e che oggi chiede lo scioglimento del movimento giovanile di Fratelli d'Italia, tra quelli che istigano pubblicamente alla violazione della legge, che candidano persone che sono indagate per far parte di una banda che si chiama banda del martello, la quale pare che andasse in giro a malmenare dei passanti sulla base di valutazioni politiche che si facevano, probabilmente si potrebbe anche trovare qualcuno che dice delle cose sbagliate".
"Chiaramente – ha proseguito la premier rivolgendosi al nostro giornalista – avete fatto le vostre valutazioni, per cui avete fatto due inchieste nella vostra storia su questo tema e le avete fatte su Fratelli d'Italia. Una voglio ricordare è finita con un'archiviazione di una esponente politico, la cui vicenda è stata per lunghi giorni su tutti i giornali e poi si è scoperto che non c'era niente", ha detto riferendosi a Lobby Nera, l'inchiesta sulla destra neofascista milanese. "Quando si è chiesto "Scusate possiamo avere tutte le informazioni relative a questo caso perché caso è significativo?" Ci avete risposto di no, perché si seleziona cosa si possa mandare", ha affermato.
Meloni è infine tornata a insistere sulla legittimità del metodo, ovvero quello tipico del giornalismo sotto copertura e tradizionalmente utilizzato da chi si occupa di inchiesta. "Pongo una riflessione sul metodo e faccio questo ragionamento perché i partiti politici sono costituzionalmente tutelati, perché il tema è che l'appartenenza politica non può essere condizionata, non si può essere spaventati rispetto all'idea di fare politica. C'è un c'è un dibattito costituzionale su questa materia", ha spiegato la premier.
"I partiti politici, come sindacati sono sempre come le associazioni, nel nostro ordinamento sono molto tutelati perché chiaramente se ci sono delle forme di condizionamento rispetto al fatto di iscriversi a Fratelli d'Italia, è o non è un condizionamento della democrazia? È una domanda filosofica che vi pongo perché non è mai accaduto e secondo me non è mai accaduto per una ragione. Dopodiché va bene tutto, cambiano le regole. L'importante è che le stesse regole valgano per tutti", ha concluso.