45 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Ucraina, Meloni consiglia a Stoltenberg “più prudenza” e su Toti dice: “Solo lui sa se deve dimettersi”

Ospite di ‘In mezz’ora’, Giorgia Meloni consiglia “più prudenza” al segretario dell’Alleanza atlantica che ieri aveva suggerito di eliminare il limite imposto all’Ucraina sull’uso delle armi Nato contro la Russia. La premier è tornata anche sull’inchiesta che vede coinvolto il governatore Ligure Giovanni Toti: “Solo lui sa se deve dimettersi o meno”.
A cura di Giulia Casula
45 CONDIVISIONI
Immagine

"Non so perché Stoltenberg dice una cosa del genere, ma bisogna essere prudenti. La Nato deve essere ferma e senza incertezza, consiglio però maggiore prudenza". Lo ha detto Giorgia Meloni commentando l'ipotesi suggerita dal segretario dell'Alleanza atlantica Jens Stoltenberg di rimuovere il divieto imposto a Kiev sull'uso delle armi Nato per colpire obiettivi russi.

"Io penso che, fermo restando che la guerra porta sempre con sé incognite ed è seria, questo racconto allarmante per cui l'Europa è sull'orlo di una guerra è controproducente, irresponsabile il gioco di chi alimenta il racconto per raggranellare qualche voto in campagna elettorale", ha proseguito la premier ospite della trasmissione ‘In mezz'ora' su Rai3. "Bisogna essere prudenti", ha ribadito sulla scia delle dichiarazioni già rilasciate dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che sulla questione sollevata da Stoltenberg non ha nascosto il suo dissenso:"Non esiste un segretario Nato o una nazione che decide la linea per tutte le altre".

"Ursula von der Leyen? Più pragmatica della sua maggioranza", dice Meloni

Meloni è poi tornata sul suo rapporto con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in corsa per il suo secondo mandato come candidata del Partito popolare europeo. "Io con Ursula von der Leyen ho, com'è normale che sia, un rapporto di collaborazione istituzionale e delle volte mi è sembrata più pragmatica della sua maggioranza", ha dichiarato. "Penso che questa commissione e questa Europa abbia sbagliato molto. Non è che lo dico in Italia, lo dico in Europa".

Ma sulle possibili alleanze di Ecr (la famiglia europea dei Conservatori di cui fa parte anche Fratelli d'Italia) con i diversi gruppi che comporranno il nuovo Parlamento europeo dopo le elezioni, la premier si è detta assolutamente "contraria a una maggioranza con la sinistra. Non sono abituata a dare patenti di presentabilità", ha proseguito, "tutti sanno che il mio obiettivo in Europa è di costruire una maggioranza alternativa a quella che ha governato in Ue negli ultimi anni, quindi di centrodestra e mandare la sinistra all'opposizione, perché penso che le ricette della sinistra siano sbagliate e le maggioranze ‘arcobaleno' producono solo compromessi al ribasso".

Su Toti Meloni dice che "solo lui sa se deve dimettersi o meno"

"Non ho avuto modo di parlare con Toti e per me è difficile farmi un'idea compiuto su questa storia", ha dichiarato Meloni in merito all'inchiesta che vede coinvolto il presidente della Liguria Giovanni Toti, agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione. "Mi piacerebbe per il futuro che tra quando c'è una richiesta di misura cautelare a quando quella richiesta viene eseguita non passassero mesi perché se c'è il rischio di reiterazione di un reato e allora bisogna fermare il rischio, non aspettare mesi e poi farlo in campagna elettorale, anche perché questo complica tutta la vicenda".

Riguardo alle sue dimmissioni dalla carica di governatore la premier è convinta che "solamente Giovanni Toti oggi sia nella posizione di dare una risposta compiuta a questa domanda, perché solo lui conosce la verità. Siccome io l'ho conosciuto per essere una persona che ha a cuore la sua regione, i suoi cittadini, penso che lui sia nella posizione di valutare cosa sia meglio per i cittadini di quella Regione. Io finché non ho tutti gli elementi non posso neanche dare una risposta seria a questa domanda", ha ribadito.

"Il progetto in Albania va avanti. Se il premierato non passa? Chissene", dice la premier

"Il progetto in Albania va avanti, sarà operativo tra non molto. Sarà un progetto strategico", ha dichiarato Meloni in merito all'accordo con Tirana che prevede il trasferimento nel territorio albanese di una parte dei migranti salvati nelle acque del Mediterraneo. "Può cambiare di molto la politica di gestione migratoria in Ue. Mi fa molto ridere che gli esponenti del Pd, che prima ci attaccavano perché a loro avviso stavamo costruendo una Guantanamo, ora si lamentano dei ritardi nella costruzione di Guantanamo. Il progetto funzionerà e farà da apripista", ha aggiunto senza sbilanciarsi sulle tempistiche di apertura dei centri che dovranno ospitare i migranti.

Anche sul premierato e sull'ipotesi che il referendum si trasformi in un giudizio sul suo operato (come accadde con Matteo Renzi), Meloni è apparsa serena."Mi chiedono se non passa il referendum è un problema…chissene importa. Sono pronta a dimettermi qualora venisse bocciato il referendum? No", ha risposto. "Io arrivo alla fine dei 5 anni e chiederò agli italiani di essere giudicata. Se la riforma non passa gli italiani non l'avranno condivisa. Tutto il resto sono speranze della sinistra".

Meloni beffa La7: "Spero siate rincuorati, il pericolo di deriva autoritaria è scampato"

Oggi la presidente del Consiglio è andata in onda anche su La7 con uno spot elettorale realizzato proprio per la rete di proprietà di Urbano Cairo. "Cari spettatori di La7, è da un po’ che non ci vediamo. Spero di trovarvi rincuorati per lo scampato pericolo della deriva autoritaria, del collasso dell’economia, dell’isolamento dell’Italia a livello internazionale", ha esordito ironicamente Meloni. "Mentre molti discutevano di questi fantasmi noi lavoravamo senza sosta per migliorare le condizioni dell'Italia. Così oggi pure in una situazione difficile l'Italia è tornata a crescere", ha proseguito rivendicando i risultati ottenuti dal suo governo.

"Ovviamente non ci accontentiamo, perché c'è ancora moltissimo da fare, ma intanto voi potete dire se ritenete che questi risultati siano apprezzabili. L'8 e il 9 giugno non sono i salotti radical chic a parlare, ma il popolo: e quello del popolo, da sempre, è l'unico giudizio che ci interessa", ha concluso la premier con un non troppo celato riferimento ad alcuni dei volti noti della rete. Immediata la replica di Corrado Formigli, conduttore del programma Piazza Pulita: "Quel che colpisce di questo video è il salto di qualità. Stavolta la Presidente del Consiglio non attacca i giornalisti di La7. Va oltre e sbeffeggia e insulta milioni di italiani che guardano la nostra rete. La premier di mezzo paese che dichiara guerra all'altra metà", ha dichiarato il giornalista.

45 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views