Meloni chiama Netanyahu: “Attacchi ai caschi blu inaccettabili”. Il premier israeliano: “Unifil si ritiri”
In Italia si teme per la sorte dei soldati italiani impegnati nella missione Unifil in Libano. L'attenzione di Palazzo Chigi è rivolta agli oltre mille caschi blu che pattugliano il confine con Israele dopo i recenti attacchi dell'Idf alle basi Onu.
Nelle scorse ore due carri armati israeliani hanno fatto irruzione in una postazione dell'Unifil nel sud del Libano. Salgono così a quattro gli ‘incidenti' tra Tel Aviv e i caschi blu, che hanno spinto Giorgia Meloni a contattare direttamente Benjamin Netanyahu.
Già dopo il primo attacco, il governo era intervenuto immediatamente per condannare quanto accaduto, dapprima attraverso le dure parole del ministro della Difesa Guido Crosetto che a tal proposito aveva parlato di "possibili crimini di guerra". Poi anche Meloni aveva provveduto a definire pubblicamente "inaccettabili" gli atti compiuti dall'Idf ai danni dell'Unifil.
Ieri la premier è tornata a ribadire l'inaccettabilità che il contingente delle Nazioni Unite finisca nel mirino delle forze armate israeliane e ha ricordato come la missione "agisca su mandato del Consiglio di Sicurezza per contribuire alla stabilità regionale". Meloni inoltre, ha ricordato al premier israeliano "l'assoluta necessità che la sicurezza del personale di Unifil sia sempre garantita", auspicando che "attraverso la piena applicazione della risoluzione 1701 si possa contribuire alla stabilizzazione del confine israelo-libanese e garantire il ritorno a casa di tutti gli sfollati".
Dal canto suo Netanyhau tira dritto. "Dopo le atrocità del 7 ottobre, Israele non permetterà mai più a un'organizzazione terroristica genocida di avvicinarsi ai nostri confini. Né a Gaza né in Libano", fanno sapere dal governo di Tel Aviv. Nella telefonata con Meloni, il premier ha espresso "rammarico" per quanto accaduto in questi giorni, assicurando che "Israele farà tutto il possibile per impedire che l'Unifil subisca vittime", ma che "farà tutto il necessario per vincere la guerra".
Con un chiaro riferimento alla proposta di Emmanuel Macron di fermare l'invio di armi a Israele, Netanyahu ha detto che "purtroppo diversi leader europei stanno esercitando pressioni nella direzione sbagliata" e che "è arrivato il momento che le forze dell'Unifil si ritirino dalle roccaforti di Hezbollah e dalle zone dei combattimenti". Il premier ha ricordato che le forze di difesa israeliane avessero già chiesto il ritiro del contingente ma che "si sono scontrate con ripetuti rifiuti", accusando Hezbollah di "usare l'Unifil come copertura e scudo umano".
Ma dal Palazzo di Vetro fanno sapere che la missione non si ritirerà e la tensione tra Israele e Onu, già segnata dalla decisione di dichiarare Antonio Guterres persona non grata, è ormai altissima. Intanto il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Luciano Portolano ha raccontato di aver sentito il suo omologo israeliano Herzi Halevi, il quale ha sostenuto che "gli attacchi contro i caschi blu sono stati frutto di errori a livello tattico" e che "non ci sarebbero più stati errori del genere nei confronti di postazioni dell’Onu".
Quanto al ritiro dei militari italiani, in un’intervista a Repubblica il generale ha spiegato di essere pronto a un eventuale piano di evacuazione, ma che "le decisioni sul contingente Unifil le prenderà solo l’Onu: non ci possono essere scelte unilaterali, né tantomeno quelle imposte da Israele", ha detto. In attesa dei prossimi sviluppi, resta alta l'attesa per l'annunciata risposta di Israele all'attacco iraniano.