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Il governo dice che non ci sarà un aumento delle accise sui carburanti: come stanno davvero le cose

Nelle scorse ore è circolata l’ipotesi che il governo starebbe valutando di aumentare le accise sul gasolio portandole allo stesso livello di quelle della benzina, al momento più alte. Dal Mef smentiscono e parlano di “rimodulazione”. Vediamo come stanno davvero le cose.
A cura di Giulia Casula
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Il governo Meloni starebbe valutando di alzare le accise sul gasolio portandole allo stesso livello di quelle della benzina, al momento più alte. È quanto emerge dal Piano strutturale di bilancio, il documento che l'Italia dovrà presentare alla Commissione europea per chiarire il suo programma di rientro del debito per i prossimi sette anni.

Dal Mef però è presto arrivata la smentita. "Del tutto fuorviante la notizia secondo la quale il Governo intende aumentare le accise sui carburanti. Sulla base degli impegni PNRR, delle Raccomandazioni specifiche della Commissione europea e del Piano per la transizione ecologica approvato nel marzo 2022, il Governo è tenuto ad adottare misure volte a ridurre i sussidi ambientali dannosi (Sad). In questo contesto, rientrano anche le minori accise che gravano sul gasolio rispetto a quelle sulla benzina, e pertanto è allo studio un meccanismo di allineamento tra i livelli delle rispettive accise".

Tra gli obiettivi illustrati in materia di riforma dell'amministrazione fiscale, infatti, il Psb cita il riordino delle spese fiscali, la cosiddetta tax expenditures, in "determinati ambiti di tassazione", come "l’allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina e/o politiche di riordino delle agevolazioni presenti in materia energetica".

Nella nota diffusa poco fa dal Ministero dell'Economia, si chiarisce che l'intervento consisterà in una non meglio chiarita "rimodulazione". "In coerenza con l’impostazione di questo Governo – si legge – l’intervento non si tradurrà nella scelta semplicistica dell’innalzamento delle accise sul gasolio al livello di quelle della benzina, bensì in una rimodulazione delle due. Il Piano strutturale di bilancio di medio termine ha previsto che questo allineamento sarà definito nell’ambito delle misure attuative della delega fiscale".

E in effetti, nel testo del Psb non si fa esplicito riferimento all'innalzamento delle accise sul gasolio, ma si parla appunto di "allineamento". Al momento tuttavia, è difficile immaginare che questo riordino possa consistere in un abbassamento delle accise sulla benzina, pari a circa 73 centesimi al litro, per portarle al livello di quelle sul diesel, cioè 62 centesimi al litro.

Piuttosto, l'ipotesi in vista della prossima manovra potrebbe essere quella di aumentare l'imposta fissa sul gasolio inclusa nel prezzo del carburante che si paga quando si fa rifornimento. E anche se Palazzo Chigi non ha chiarito in che cosa consisterà quest'intervento, c'è da immaginarsi che in qualche modo questa rimodulazione possa concretizzarsi nell'individuazione di un livello comune a cui fissare le due accise. Il che significa che una delle due andrà comunque ritoccata al rialzo.

Ad ogni modo, l'intenzione dichiarata nel Psb è quella di ricavare una "leva strategica per conseguire simultaneamente gli obiettivi di incremento dell'efficienza del sistema fiscale italiano e sostegno al pieno raggiungimento della strategia di transazione energetica e ambientale a livello europeo e nazionale".

Quel che è certo però, è che una misura del genere avrebbe importanti ricadute, su più fronti. Le associazioni dei consumatori come Assoutenti, hanno già calcolato l'impatto di un eventuale aumento che si aggirerebbe attorno ai 3 miliardi.

"Si rischia una stangata da 3,1 miliardi sugli automobilisti", ha spiegato Assoutenti. "Solo nel 2023 gli italiani hanno pagato un totale di 38 miliardi di euro a causa della tassazione (Iva e accise) che grava sui carburanti venduti in Italia". Un ritocco a rialzo insomma, avrebbe delle ricadute anzitutto sui possessori di auto a gasolio, che al momento di fare rifornimento si troverebbero a dover pagare un prezzo più alto rispetto al passato, ma in generale su tutti i consumatori. Questo tipo di carburante infatti, viene utilizzato soprattutto dai mezzi di autotrasporto e di conseguenza, i rincari finirebbero per pesare sui costi di trasporto e sul prezzo finale dei beni di consumo.

Per il governo però, la posta in gioco è più alta. Allineare le accise sul gasolio a quelle sulla benzina significherebbe nei fatti, sconfessare la posizione di Meloni stessa, che nel 2019, prima di salire a Palazzo Chigi interveniva così sulla questione: "Noi pretendiamo che le accise vengano progressivamente abolite. Su cinquanta euro, quindici vanno alla benzina e al benzinaio, mentre trentacinque vanno allo Stato tra Iva e le famose accise sulla benzina".

Successivamente, nel 2023, la leader di Fratelli d'Italia aveva fatto un passo indietro riconoscendo che "sarebbe ottima cosa tagliare le accise sulla benzina", ma che allo stesso tempo "si fanno i conti con la realtà". Subito dopo Meloni era tornata a dirsi convinta "che prima o poi riusciremo a fare un taglio strutturale delle accise". È chiaro dunque che ora, un cambio di idea (che peraltro svantaggerebbe i consumatori) potrebbe costare caro in termini di credibilità per la premier.

Sulla questione è intervenuta anche la segretaria del Pd Elly Schlein." Giorgia Meloni in un video del 2019 dal benzinaio spiegava in modo didascalico il funzionamento delle accise sui carburanti. Ora, 5 anni dopo, da Palazzo Chigi spieghi in modo altrettanto didascalico il motivo per cui ha deciso di aumentare quelle stesse accise per fare cassa sulle tasche delle famiglie e delle imprese italiane", ha dichiarato.

Per la leader dem aumentare le accise sul diesel equivale a "introdurre una nuova tassa che tutti i giorni le italiane e gli italiani pagheranno. Giorgia Meloni ha deciso di prelevare 3 miliardi di euro in più dai portafogli di chi possiede un’auto diesel e dal settore dell’autotrasporto. Il tutto mentre i treni sono nel caos che abbiamo visto ieri, e il Governo non ha messo risorse sul trasporto pubblico locale e sulla mobilità sostenibile. Dato che saranno gli italiani a metterci i soldi, lei almeno ci metta la faccia e spieghi al Paese la tassa Meloni, dopo anni di roboanti annunci di tagli sulle accise", ha concluso.

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