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Meloni annuncia la sua riforma del fisco: chi ci guadagnerà e come cambieranno le tasse

Meloni prepara una riforma che toccherà “tutti i settori della fiscalità”, con l’obiettivo ambizioso di rivoluzionare il sistema tributario in Italia. Dal taglio del cuneo all’evasione, passando per i concordati con le aziende: cosa prevede la riforma del fisco del governo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il 2023, per Giorgia Meloni, deve essere l'anno delle grandi riforme che l'Italia aspetta da tempo. Tra queste c'è anche quella del fisco, che si è interrotta a metà con la caduta del governo Draghi e la fine anticipata della legislatura. "È arrivato il tempo di una riforma fiscale che costruisca un nuovo rapporto tra lo Stato e i contribuenti", ha detto oggi la presidente del Consiglio in una lunga intervista al Sole24Ore. Meloni ha spiegato come sarà il nuovo sistema fiscale – che ha intenzione di rivoluzionare a partire dalla lotta all'evasione che, secondo la leader di Fratelli d'Italia, i governi precedenti hanno provato a contrastare con metodi sbagliati – e dove interverrà con più attenzione l'esecutivo.

"Questo Governo sta lavorando per rivoluzionare il rapporto tra fisco e contribuente e fare in modo che l’evasione si combatta prima ancor che si realizzi, facendo parlare in modo preventivo l’Amministrazione finanziaria con i cittadini – ha spiegato Meloni – Stiamo lavorando alla legge delega, che toccherà tutti i settori della fiscalità. Punteremo di più sugli strumenti in grado di favorire l’adempimento spontaneo". Per capirci, parliamo delle lettere che sono state inviate nei giorni scorsi dall'Agenzia delle Entrate e che già da qualche tempo vengono utilizzate come prima forma di avviso. Poi Meloni ha annunciato:

Per le piccole e medie imprese con l’istituzione di un concordato preventivo biennale. Le agenzie fiscali con tutte le banche dati che hanno a disposizione possono tranquillamente stimare il reddito delle imprese con cui potranno sedersi a tavolino e dire loro: "Tu per due anni paghi quel dovuto e se fatturi di più non mi dai nulla, in cambio non ti sottopongo a controlli". Se il contribuente rifiuta sarà soggetto a verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate.

E ancora:

Per le multinazionali e le grandi imprese, invece, occorre incentivare la ‘cooperative compliance’, ovvero un istituto già esistente che prevede che Agenzia delle Entrate e impresa si confrontino preventivamente. Questa potrà rappresentare anche una opportunità per i professionisti e diventare la vera cinghia di trasmissione tra amministrazione finanziaria e contribuente.

Abbandonate le imprese e il discorso evasione, Meloni ha promesso anche che nella legge delega verranno messi "al centro anche i dipendenti e i pensionati, con misure ad hoc". Quali saranno nello specifico, però, la presidente del Consiglio non lo ha detto.

Meloni è tornata a rivendicare il taglio del cuneo fiscale: "Ricordo che abbiamo già previsto in manovra l’esonero contributivo del 3% per i redditi da lavoro dipendente fino a 25 mila euro e del 2% per i redditi fino a 35 mila – ha sottolineato – Certo, è un primo passo, ma intendiamo proseguire in questa direzione, compatibilmente con le risorse economiche disponibili". I due punti di taglio, tra l'altro, erano già in vigore con il governo Draghi. Meloni li ha rifinanziati e ha aggiunto un punto alla fascia di reddito fino a 25mila euro. L'obiettivo, da lei dichiarato nel discorso di insediamento, è di arrivare a cinque punti.

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