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Meloni all’Onu: “No alla riforma del Consiglio di sicurezza se crea Paesi di serie A e B”

Intervenuta al Summit For Future dal Palazzo di Vetro dell’Onu, Giorgia Meloni ha ribadito che l’Italia è “una ferma sostenitrice del multilateralismo” e per questo motivo, la riforma del Consiglio di sicurezza non dovrà creare “nazioni di Serie A e nazioni di serie B”.
A cura di Giulia Casula
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Giorgia Meloni si trova a New York per partecipare ai lavori della 79esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Durante il suo intervento al Summit for Future, la premier ha ribadito che l'Italia è "una ferma sostenitrice del multilateralismo" e che in virtù di ciò non accetterà riforme del Consiglio di Sicurezza Onu che creino "nazioni di serie A e nazioni di serie B".

Dal Palazzo di Vetro, Meloni ha spiegato che "ogni organizzazione è efficace se le sue regole sono regole giuste e condivise. Per questo noi siamo convinti che qualsiasi revisione della governance delle Nazioni Unite, particolarmente per quello che riguarda il Consiglio di Sicurezza, non possa prescindere dai principi di eguaglianza, democraticità, rappresentatività", ha detto. "La riforma ha un senso se viene fatta per tutti e non solamente per alcuni. Non ci interessa creare nuove gerarchie. Esistono le nazioni, con le loro storie, con le loro peculiarità e con i loro cittadini che hanno tutti gli stessi diritti, perché gli individui nascono tutti liberi e uguali. Significa anche che dobbiamo pensare in modo nuovo la cooperazione tra le nazioni", ha ribadito.

Per la premier, che in serata riceverà dalle mani di Elon Musk il Global citizen Award, il premio riconosciuto dall'Atlantic Council, il multilateralismo dell'Onu non deve tradursi "in un club nel quale incontrarsi per scrivere inutili documenti pieni di buoni propositi, ma il luogo nel luogo si devono fare i conti con l'urgenza delle decisioni".

Quello che la comunità internazionale ha davanti a sé è uno scenario globale "complesso" e per questo, secondo Meloni, non vi è "altra scelta se non quella di agire. Il Patto per il futuro che abbiamo siglato è frutto di negoziati complessi, e la fase di attuazione che inizia ora è ancora più difficile e importante", ha spiegato. Dal cambiamento climatico alla disuguaglianza, dalle crisi umanitarie alla criminalità transnazionale, fino ad arrivare ai conflitti armati, "le sfide che abbiamo davanti sono multiformi", ha aggiunto.

Meloni si è comunque mostrata ottimista. "Le crisi internazionali spesso portano con sé grandi opportunità: ci costringono a metterci in discussione e a prendere una posizione, senza lasciare spazio all'esitazione", ha osservato. "Nessun Paese può affrontare da solo le sfide che abbiamo davanti: per questo motivo, l'Italia sostiene con forza il principio del multilateralismo e le Nazioni Unite, dove ogni voce viene ascoltata, e dove impariamo a capirci e rispettarci", ha proseguito.

Per Meloni il Piano Mattei per l'Africa è un ‘esempio di nuova cooperazione'

Meloni è poi passata ad elogiare il Piano Mattei per l'Africa, il programma di collaborazione con i Paesi africani messo in cantiere dal governo. "Dobbiamo pensare in modo nuovo la cooperazione tra le nazioni. L'Italia lo fatto col piano Mattei, un piano di investimenti pensato per cooperare con le nazioni africane attraverso un approccio che non è né paternalistico né caritatevole né predatorio ma basato sul rispetto e sul diritto per ciascuno di competere ad armi pari", ha detto.

La premier ha definito il progetto che prende il nome dal fondatore di Eni Enrico Mattei come "la nostra ricetta per promuovere lo sviluppo di un continente troppo spesso sottovalutato, per costruirne la stabilità e garantire un diritto che fino ad oggi è stato negato a troppi giovani: il diritto a non dover emigrare".

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