Meloni alla prova della fiducia, la replica: “Non sono una donna che sta un passo indietro agli uomini”
Il nuovo governo è alla prova della fiducia in Parlamento. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in attesa del voto di fiducia alla Camera, dopo aver seguito il dibattito sulle sue dichiarazioni programmatiche, è intervenuta in Aula per la replica. Dopo l'intervento di Meloni seguiranno le dichiarazioni di voto fino alle 19, quando è previsto l'inizio delle operazioni di voto.
"Alle opposizioni voglio dire che ho sempre reputato utili anche le critiche, vale anche oggi. Sono d'accordo con Plutarco, che diceva che agli avversari hanno una utilità perché provano a colpirti e nel farlo ti aiutano a mettere a fuoco i punti deboli, cosa che magari è più difficile dire per chi ti sta vicino".
"Non avrò paura delle critiche anche decise, sono una persona che l'ha fatto ma non ho mai mancato di rispetto verso i miei avversari e non mi aspetto che l'opposizione lo faccia con me. L'unica cosa che io chiedo è essere giudicata per quello che davvero dico, penso e ho fatto. È stato detto che quando si è dato vita al Next Generation Eu Pnrr c'era chi remava contro. Non mi risulta. Mi risulta che noi abbiamo sostenuto l'emissione di debito comune per far fronte alla crisi pandemica, non abbiamo mai votato contro quel meccanismo, ci siamo astenuti su alcune questioni specifiche. Non accadrà con questo governo che vi troviate a votare cose che non avete letto. Il Parlamento deve avere il suo ruolo", ha detto Meloni.
"Ho sentito dire che noi consideriamo colpevoli i percettori di Reddito di cittadinanza. Non li ho mai considerati un problema. Il problema è la classe politica che si accontentava di tenere le persone in quelle condizioni per farci cassa elettorale. Quel sistema non funziona, il navigator fa in media non più di un colloquio al giorno. Lungi dal considerare quelle persone come un problema, sono le risposte inadeguate che sono state date il problema. Ho sentito dire che voglio le donne un passo dietro agli uomini. Mi guardi, onorevole Serracchiani, le sembra che io sono un passo dietro agli uomini? Non sono da cosa lei abbia evinto questa lettura – ha detto rivolgendosi alla capogruppo dem a Montecitorio – Ma le devo dire che non la condivido". La replica diretta ha sollevato le proteste dell'opposizione che le ha chiesto di rivolgersi alla presidenza. "Sì, mi rivolgo alla presidenza, scusate. Posso almeno guardarvi?", ha quindi detto la presidente del Consiglio.
"Ho parlato di natalità e famiglia – ha aggiunto – perché io penso che sia una sconfitta che una donna debba rinunciare a lavorare per avere un bambino, ma credo anche che sia una sconfitta rinunciare a un bambino per lavorare. Sono una mamma e sono privilegiata, se è difficile per me mettere insieme tutto mi chiedo quanto sia difficile per chi non ha i nostri privilegi. E quindi penso che le cose si debbano giudicare per il merito, poi magari abbiamo priorità diverse".
"Si è fatto polemica la presidente il presidente…Non ho mai pensato che la grandezza per le donne fosse farsi chiamare ‘capatrena', punti di vista, priorità. Le donne italiane non hanno decisamente nulla da temere. Presidente vorrei dire alle opposizioni che in cuor loro sono convinta non pensino nemmeno loro".
"Sulla mafia ci sono molte cose da fare e sono contenta che sia un punto su cui c'è stata molta condivisione. La mafia si combatte bloccando i proventi e usando le risorse per opere sociali. Oggi molti di quei beni non sono utilizzabili, spero ci si possa lavorare insieme. E spero si possa lavorare insieme per impedire che venga meno il carcere ostativo, uno degli strumenti più efficaci per la lotta alla mafia. È un tema su cui intervenire non con retorica ma con provvedimenti concreti".
Quindi Meloni si è rivolta all'onorevole Soumahoro, scusandosi poi, dopo le proteste dell'Aula per avergli dato del ‘tu': "Tutti ci sentiamo scolari della storia, sai? Altrimenti saremmo ignoranti nel presente e senza futuro. Il patriottismo non può non essere anche solidale, ritengo una vergogna anche lo sfruttamento in nero dei migranti in agricoltura: ci sentiamo impegnati per risolvere questi problemi e forse la questione immigrazione sta proprio in questo. Io penso che se accogli qualcuno nella tua comunità non lo accogli per essere un lavoratore di serie B ma per dargli la stessa vita di un lavoratore italiano, ed è per questo che la regolazione dei flussi, al netto della protezione e del diritto di asilo che per me è assolutamente sacro, è importante. La verità del rapporto tra immigrazione e lavoro è che gli immigrati spesso fanno lavori a condizioni che gli italiani non vogliono accettare".
A proposito di immigrazione ha detto: "Per anni ci è stato detto che l'immigrazione illegale di massa non controllata da adeguati flussi serviva perché immigrati avrebbero fatto lavori che gli italiani non volevano fare. Io penso che se accogli qualcuno in comunità non è per essere un lavoratore di serie b ma per dargli la stessa vita che vuoi dare ai cittadini italiani. È la ragione per cui i flussi vanno governati, fermo restando il tema dell'asilo. Ribadisco che non c'è alcuna volontà di mettere in discussione il diritto di asilo per me sacro, assolutamente. Parliamo dell'immigrazione non gestita in questi anni, qualcuno ha considerato solidarietà fare entrare in Italia centinaia di migliaia di persone e poi non farsi il problema che molti finivano a spacciare nelle strade o nelle mani della prostituzione. Questo accade quando non si gestiscono i flussi".
In politica estera "non farò mai la cheerleader di nessuno. E questo comporta relazioni diffuse, un piano politico e un piano di governo, e il fatto che con le nazioni con cui ci si confronta non avranno sempre stessa visione. Non si taglia con l'accetta la politica estera. C'è chi parte dal posizionamento internazionale, c'è chi parte dall'interesse nazionale", ha sottolineato. Sulle difficoltà dell'Europa "non sono i sovranisti il problema, non sono i sovranisti che comandano in Europa. Si cita Orbàn, ma l'atteggiamento della Germania di queste settimane, come lo chiamiamo? È europeismo quello?". Per poi aggiungere: "Non devo fare nessuna scelta perché l'ho fatta da tempo: ed è sempre e solo difendere l'interesse nazionale italiano".
La presidente del Consiglio ha anche risposto alle opposizioni, che hanno detto di non credere alla premier in merito a eventuali modifiche della legge 194 sull'aborto: "Forse la mia idea di politica non è la stessa di altri. Penso non si possa negare che per tutto il mio percorso politico mi sono assunta sempre la responsabilità di dire quello che pensavo, l'ho pagato quando lo dovevo pagare. La politica e la storia la verità alla fine la tirano fuori, non conviene mentire. Se dico che non voglio fare una cosa lo dirò, se la voglio fare lo dirò. Non credo si possa sostenere che io non sia una persona sincera. Non ho bisogno di convincere di essere una persona che dice la verità, convinceranno i fatti".
Il prossimo step sarà invece al Senato, dove la discussione generale sulla fiducia inizierà domani alle 13, secondo quanto annunciato in Aula dal presidente del Senato Ignazio La Russa. La replica della presidente del Consiglio Giorgia Meloni è attesa per le 16:30, poi ci saranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia e la chiama per il voto avrà inizio alle ore 19 circa.