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Meloni alla festa di Vox salda l’asse con l’ultradestra internazionale, da Orban a Morawiecki

I leader dell’ultradestra europea, intervenuti al comizio di Vox a Madrid, esultano per la vittoria di Giorgia Meloni in Italia.
A cura di Annalisa Cangemi
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Meloni accolta come la paladina della destra internazionale a Madrid, rappresentata da Viktor Orban, Mateusz Morawiecki e Santiago Abascal. Non è passato inosservato l'intervento virtuale della presidente di Fratelli d'Italia alla festa di Vox, il partito di estrema destra nostalgico della dittatura franchista. La premier in pectore si è attirata naturalmente le critiche dei suoi avversari, ma nel suo primo discorso all'estero dopo la vittoria alle politiche ha saldato l'asse con i suoi alleati internazionali.

"Siamo tutto meno che mostri", dice, quattro mesi dopo il comizio di Vox in Andalusia, a Marbella, quando arringò la folla al grido di "No alla lobby LGBT! No violenza islamista! No all'immigrazione! No alla grande finanza internazionale". Il tono questa volta è diverso, più posato e istituzionale, da futura premier, ormai non può esprimersi solo da leader dei conservatori europei. La responsabilità per l'imminente sfida a Palazzo Chigi l'ha trattenuta in Italia, e per questo non ha potuto partecipare in presenza all'evento.

Meloni ha elencato quali saranno le priorità del suo governo: Ucraina, questione energetica, difesa delle frontiere e della funzione sociale della famiglia. "Nei prossimi giorni saremo chiamati a trasformare queste idee in concrete politiche di governo, come già stanno facendo i nostri amici della Repubblica Ceca e della Polonia, come spero presto faranno i nostri amici svedesi, come continueranno a fare i nostri amici lettoni. E come spero che accada entro il prossimo anno a Vox".

"In Italia usano l’alleanza con Vox per definirci ‘impresentabili’. Ma possono essere davvero impresentabili movimenti politici appoggiati da milioni di cittadini? Ovviamente no. Non dobbiamo preoccuparci della narrazione maintsream perché la buona notizia è che la gente non accetta una narrazione interessata. Vuole andare alle fonti delle notizie, senza mediazioni. Vuole capire e ascoltare, e quando ci ascolta capisce che siamo tutto meno che mostri".

"Andate avanti con umiltà e verità, le persone lo capiranno. E tra le mille difficoltà che incontreremo state certi che questo viaggio condotto insieme sarà bellissimo. Io lo so, voi dovete crederci. Viva Vox, viva la Spagna, viva l’Italia, viva l’Europa dei patrioti".

Prima di lei è intervenuto con un breve videomessaggio anche l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, confermando il suo sostegno al partito ultraconservatore spagnolo di Santiago Abascal: "Tutti stiamo vivendo una situazione singolare, nella quale abbiamo bisogno di difendere le nostre frontiere e promuovere una buona agenda conservatrice. La Spagna è un grande Paese e vogliamo che continui ad esserlo, quindi complimenti a Vox per tutti i messaggi straordinari che sta difendendo in Spagna e nel mondo", ha detto il tycoon, ringraziando direttamente il leader di Vox.

Abascal ha colto l'occasione per esprimere entusiasmo per la vittoria di Fratelli d'Italia, considerato oggi più che mai un punto di riferimento tra i leader conservatori in Europa. Il risultato elettorale di Fdi alle politiche del 25 settembre "Ci ha riempito di speranza", ha detto il padrone di casa ringraziando Meloni, "una speranza di cui hanno bisogno sia l'Europa, sia la Spagna". Perché a Bruxelles, ha aggiunto, ci sono "burocrati" che "ostacolano la libertà e la sovranità delle nazioni".
Un riferimento diretto all'esito delle politiche è arrivato anche dal primo ministro ungherese, anche intervenuto al ‘Viva 22' di Vox con un video messaggio registrato: "Il treno da Roma è appena arrivato a Bruxelles", ha affermato Viktor Orban, "quello da Madrid, guidato dal mio amico Santiago Abascal, sta per partire". L'obiettivo, ha aggiunto il leader ultraconservatore, deve essere "difendere gli interessi nazionali impedendo che milioni di immigrati irregolari invadano i nostri Paesi".
Era invece presente alla kermesse il polacco Morawiecki: "La Commissione europea ha deciso di istruire gli italiani su come votare", ha detto dal palco dell'evento, "non è una presa di posizione adeguata, ma un pessimo atteggiamento".

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