Meloni alla convention della Dc: “Con riforma costituzionale entreremo nella Terza Repubblica”
Con le riforme costitutzionali che il governo Meloni vuole portare avanti, l'Italia entrerà finalmente nella Terza Repubblica. È la stessa presidente del Consiglio a dirlo, intervenendo alla convention della Democrazia Cristiana a Saint Vincent, organizzata da Gianfranco Rotondi. "Abbiamo sulle nostre spalle una responsabilità storica: consolidare la democrazia dell'alternanza e accompagnare finalmente l'Italia, con la riforma costituzionale che questo Governo intende portare avanti, nella Terza Repubblica", ha detto Giorgia Meloni in un messaggio.
Rotondi l'anno scorso è stato eletto in Parlamento tra le fila di Fratelli d'Italia e guida il movimento politico Verde è Popolare. L'obiettivo, però, sarebbe quello di ripristinare nome e simbolo della Dc, sciolta di fatto all'inizio degli anni Novanta. Un'aspirazione complessa e su cui non concordano certo tutte le diverse anime eredi del partito. Da parte sua, sicuramente, Rotondi può contare sul sostegno della presidente del Consiglio.
"I valori della famiglia, della Patria, della libera impresa, della sussidiarietà e dell'appartenenza all'Occidente sono valori che affondano le radici in una storia che, da sempre, ci vedono alternativi e profondamente distanti dalla sinistra. Anche per questo sono convinta che chi viene dalla tradizione dei democratici cristiani non possa non stare saldamente nel centrodestra", ha detto ancora Meloni nel messaggio inviato alla kermesse.
E ancora: "Ho sempre considerato riduttivo definire la Dc semplicemente come un partito di ‘centro'. Per molti anni, nell'ambito di un contesto sia interno che internazionale molto diverso dall'attuale, la Democrazia Cristiana ha rappresentato uno dei blocchi in cui si articolava il nostro sistema politico". Meloni ha poi elogiato il posizionamento della Dc in politica estera. "La Dc ha avuto la lungimiranza di sposare la scelta occidentale e ha rappresentato, per svariati decenni, il blocco sociale anticomunista, il partito dei corpi intermedi, della borghesia produttiva e dei ceti popolari". Secondo la leader di FdI, la Dc "negli anni del Dopoguerra ha accompagnato quel miracolo economico che ha consentito all'Italia di rialzarsi dalle macerie e di diventare una potenza economica di livello globale".
Definendolo un "movimento politico di massa, ancorato a valori e programmi nei quali la maggioranza degli italiani si è riconosciuta per molto tempo", Meloni ha ricordato che la fine della Prima Repubblica ha anche decretato la fine della Democrazia cristiana come partito: "Un passaggio storico, che ha chiuso una fase storica irripetibile e ha chiesto ad un intero blocco sociale, in una seppur imperfetta democrazia dell'alternanza, di decidere da che parte schierarsi. La nascita del centrodestra come nuovo blocco alternativo alla sinistra ha rappresentato la risposta che milioni di italiani chiedevano e aspettavano. Quella risposta è stata una risposta vincente".
Infine, parlando del centrodestra odierno, Meloni ha detto: "In questi decenni il centrodestra è cresciuto, si è strutturato, ha trascorso anche momenti difficili ma ha sempre saputo far dialogare al suo interno tutte le sue identità, non rinunciando a sperimentare nuove esigenze e nuove forme".
Per poi concludere: "Oggi il centrodestra aspira ad essere la sintesi di tutte le idee maturate nell'alveo della tradizione conservatrice e cristiano-liberale. È un centrodestra moderno e dinamico, che fa tesoro delle diversità ed è capace di governare con realismo, concretezza e competenza, portando avanti un programma chiaro e basato su un approccio valoriale".