Meloni al vertice Nato: “L’attacco russo dimostra reale volontà del Cremlino, ora sostegno a Kiev”
"La mia aspettativa è che la Nato nel suo 75esimo anniversario, e in un momento storico molto particolare, mandi un grande messaggio di unità e di capacità di adattamento ad un mondo che sta cambiando". Lo ha detto Giorgia Meloni dopo essere atterrata, nella notte, nella base militare di Andrew per prendere parte al vertice Nato che si terrà dal 9 all'11 luglio a Washington.
Sui temi al centro del summit – dalla difesa e deterrenza, all'assistenza all’Ucraina, fino al passaggio di consegne dal segretario generale uscente Jens Stoltenberg al nuovo, Mark Rutte – Meloni ha detto che l'Italia "porta l'attenzione necessaria sul fronte Sud dell'alleanza" e che deve "sapere immaginare il suo ruolo in un contesto geopolitico estremamente complesso".
La premier si è anche detta "soddisfatta per il lavoro che è stato fatto finora" nell'ambito dei sostegni al governo ucraino, per poi commentare le "spaventose" immagini dei bambini malati oncologici per strada a Kiev dopo il bombardamento russo contro l'ospedale pediatrico di Okhmatdyt. "Offrono una dimensione della reale volontà" della Russia, rispetto alla "propaganda che parla di cercare una soluzione pacifica al conflitto", ha dichiarato Meloni.
"Quando si aggredisce con questa veemenza la popolazione civile, accanendosi sui bambini, i segnali che arrivano sono altri", ha proseguito. Da qui le aspettative di Meloni sulla linea che il vertice dell'Alleanza atlantica intende mantenere: "Attendo chiaramente anche il sostegno all'Ucraina".
Elezioni Francia, Meloni: "Nessuno può cantare vittoria"
Invitata a commentare i risultati delle elezioni francesi, che hanno visto la sinistra del Nuovo Fronte Popolare battere inaspettatamente Marine Le Pen dopo un primo turno vittorioso per il Rassemblement National, Meloni ha definito "semplicistica" la lettura del voto in termini di sconfitta per il Rn.
"Se vogliamo guardare a quello che è accaduto in Francia, la verità è che nessuno può cantare vittoria", ha dichiarato. "C'erano tre schieramenti: nessuno dei tre si è affermato, nessuno dei tre è in grado di governare da solo. Vedremo cosa accadrà. Il risultato elettorale del secondo turno è che nessuno ha vinto le elezioni", ha spiegato.
La premier mostra qualche perplessità sul futuro del Paese e sulla capacità delle forze vincitrici di dar vita a una coalizione stabile. "Vedremo la formazione del governo che non sarà facile. Posso dire per esperienza personale che è più facile governare quando si sta insieme perché si condividono delle idee piuttosto che quando si sta insieme perché si condivide un nemico", ha osservato.
"Per quanto riguarda noi, eravamo abituati a un tempo nel quale l'Italia era una nazione instabile in un'Europa che aveva, soprattutto fra le grandi nazioni, governi molto solidi. Oggi vediamo una realtà molto diversa. Vediamo un'Italia con un governo molto solido in un'Europa nella quale ci sono invece dei governi meno stabili del nostro", ha aggiunto.
Infine, Meloni ha risposto alle domande su i Patrioti per l'Europa, il nuovo gruppo dell'estrema destra europea fondato da Viktor Orbàn. Nella neonata famiglia politica, che con 84 membri è divenuta ufficialmente la terza formazione più grande all'Eurocamera (dopo Ppe e S&D), sono confluiti i partiti fino ad allora in Identità e democrazia, tra cui la Lega, ma anche forze come gli spagnoli di Vox, prima in Ecr, il gruppo di cui fa parte Fratelli d'Italia.
A chi le ha chiesto se fosse preoccupata per le posizioni vicine al Cremlino dei membri del nuovo gruppo, Meloni ha commentato: "l'idea di un gruppo apertamente filoputiniano mi sembra una ricostruzione da osservatori".