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Meloni al vertice in Lapponia: “Ritorno di Salvini al Viminale? Siamo contenti del lavoro di Piantedosi”

Giorgia Meloni, al termine del vertice Nord-Sud in Finlandia, risponde sulla possibilità che Salvini torni al Viminale, ipotesi che il ministro, appena assolto in primo grado nel processo Open Arms, non ha escluso.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Vogliamo difendere i confini esterni e non vogliamo permettere alla Russia o alle organizzazioni criminali di minare la nostra sicurezza". Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni alla stampa al termine del vertice Nord-Sud a Saariselka, a cui hanno partecipato il primo ministro finlandese Petteri Orpo, l'Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri Kaja Kallas, il premier greco Kyriákos Mitsotákis e il premier svedese Ulf Kristersson.

"Il fatto che queste nazioni sono qui insieme a parlare di come affrontare le questioni principali, mostra che abbiamo capito che il mondo è cambiato e ora possiamo affrontare le sfide che abbiamo davanti. Questa iniziativa è molto preziosa e dovremmo ripeterla in futuro. Ci sono diverse sfide per l'Ue, ma due in particolare. Una è la sicurezza dei cittadini e la difesa. Dobbiamo fare tutti di più per garantire che il pilastro della Nato si rafforzi perché resta la pietra miliare della sicurezza e della difesa. Dobbiamo essere capaci non solo di guardare al fianco orientale, ma anche ad altri luoghi", ha detto la presidente del Consiglio, nel corso della conferenza stampa finale dopo la riunione, che si è tenuta all'indomani dell'attentato di Magdeburgo, in Germania, con il tema della sicurezza che diventa ancora più pressante. E anche oggi Meloni ha ribadito che sul contributo alla Nato è necessario fare di più, ma "molto dipende dagli strumenti che possiamo mettere sul tavolo".

L'obiettivo della premier al vertice era quello di cercare un asse con i Paesi che rappresentano i confini esterni dell'Europa e che condividono, nonostante le differenze e le distanze geografiche, le stesse sfide in tema di sicurezza e migranti. L'Italia punta a fare debito comune per aumentare le spese militari che sostengono la Nato, anche perché il nostro Paese non spende ancora il 2% del Pil per spese militari richiesto dall'organizzazione.

Fonti italiane spiegano che nel vertice "non si è entrato nel dettaglio di eurobond o di scorporo delle spese in difesa, ma si è affrontato il tema da posizioni meno distanti: è un inizio. Tutti cercano un sistema che consenta di aumentare le spese senza far soffrire i bilanci, e ci sono delle idee".

"Su Trump non dovremmo seguire i rumors: ho sentito per esempio l'ultima cosa che ha detto sull'Ucraina, ‘stiamo lavorando per la pace ma non possiamo avere la pace abbandonando l'Ucraina', che è all'incirca quello che ho detto io per anni. Aspetterei a capire esattamente quale sia la volontà del nuovo presidente degli Stati Uniti", ha detto la presidente del Consiglio, rispondendo a una domanda sulla richiesta di Trump di aumentare il contributo dei Paesi alla Nato al 5% del Pil.

La questione delle spese per la difesa al vertice è stata affrontata nelle tre dimensioni, nazionale, europea e in sede Nato, e i leader che si sono trovati concordi sulla necessità che queste tre voci "dialoghino meglio".

"Sicurezza è anche altro e significa una politica di cooperazione più efficace. Poi – ha aggiunto la premier – c'è la questione dell'immigrazione che forse ha portato a un dibattito che secondo me non era giusto. Molti usano l'immigrazione come uno strumento di estorsione. Noi vogliamo difendere i nostri confini esterni e non vogliamo permettere a chi, come la Russia o alle organizzazioni criminali di minare la nostra sicurezza".

Meloni convoca una riunione sull'Albania

La premier ha anche annunciato di aver convocato per domani "una riunione sul tema dell'Albania per capire come procedere", ha detto rispondendo ad una domanda. "Mi pare che la Cassazione abbia dato ragione al governo, è diritto dei governi stabilire quali siano i Paesi sicuri" mentre i giudici possono "entrare nel singolo caso, non disapplicare in toto".

Sui centri in Albania "abbiamo avuto problemi di interpretazione sulle nuove regole, le stiamo superando", ha detto nelle dichiarazioni alla stampa. "Bisogna pensare fuori dagli schemi: l'Italia è stata la prima a fare un accordo con un Paese extra Ue, stiamo avendo qualche problema nell'interpretazione delle regole ma lo stiamo superando. Penso che sia un nuovo modo di affrontare questo problema",

Meloni ha posto la questione migranti al vertice, per chiedere agli altri leader di accelerare sul nuovo patto Ue per l’asilo e sulla revisione dei paesi sicuri, praticamente l'architrave che sorregge il progetto Albania. Sul punto tutti i leader al vertice, tutti di centrodestra, sono d'accordo, e sostengono un anticipo della bozza ai primi mesi del 2025.

Un ritorno di Salvini al Viminale dopo la sentenza Open Arms?

La premier ha anche commentato durante il punto stampa le dichiarazioni di Mattei Salvini di ieri, in merito a un suo possibile ritorno al Viminale, dopo la sentenza di assoluzione per la vicenda Open Arms. "Mi pare un fatto che l'oggetto del processo a Salvini fossero le sue scelte politiche piuttosto che effettivi reati e che la giurisdizione sia stata usata per condizionare la politica" ma "oggi sia io che Salvini siamo contenti dell'ottimo lavoro che sta facendo il ministro dell'Interno", rinnovando la fiducia a Piantedosi.

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