Meloni a un anno dall’insediamemento: “Nessun rimpasto”. E rinnega di essersi autodefinita “underdog”
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a un anno dall'insediamento a Palazzo Chigi, ha rilasciato un'intervista al Giornale: "È difficile scegliere tra le tante cose che il governo ha realizzato in un anno per fare ripartire l'Italia. Le rivendico tutte, ma sono particolarmente orgogliosa degli interventi decisi con la nostra prima legge di bilancio a favore di famiglie e imprese per fare fronte alla crisi energetica, della riforma del fisco che l'Italia aspettava da 50 anni e che è fondamentale per rilanciare la crescita e creare un rapporto nuovo di fiducia tra Stato e contribuente e del ritrovato ruolo da protagonista dell'Italia sulla scena europea e internazionale. Siamo riconosciuti come una Nazione solida e affidabile", ha detto la premier, che ieri dal Cairo ha ribadito di non aver altro da aggiungere sulla recente rottura con il compagno Andrea Giambruno, sottolineando: "Sto bene, sto molto bene, faccio il mio lavoro come sempre".
Oggi si focalizza solo sui suoi impegni a Palazzo Chigi: "Siamo al primo di cinque anni di governo, con tante cose fatte, con una direzione tracciata ma con la consapevolezza che ancora tante ne abbiamo da fare per continuare a liberare le energie migliori dell'Italia. A testa alta continueremo a fare quelle scelte coraggiose che per troppo tempo non sono state fatte".
"Capisco la sinistra che non concepisce che ci sia un governo che riesca ad essere coeso anche se discute, ma è così. Noi, a differenza loro, ci siamo presentati uniti in un programma e con quello governiamo per il bene dell'Italia, che è il nostro faro. Siamo una squadra unita e coesa, e lo dimostriamo continuamente. Come è successo anche nell'ultimo Consiglio dei ministri, nel corso del quale abbiamo varato una manovra economica complessa in circa un'ora. Si può sempre fare di più e meglio, ma sono molto soddisfatta dal lavoro di tutta la squadra di governo", ha aggiunto, rispondendo a chi ipotizza un rimpasto di governo.
All'orizzonte non ci sarebbe alcun governo tecnico: "A leggere certa stampa, l'Italia sarebbe finita nelle braccia della Troika se la destra avesse vinto le elezioni. Ma la verità è che siamo al governo da un anno e le previsioni interessate dell'ultima campagna elettorale non si sono avverate. Troppo spesso le mistificazioni hanno più spazio della realtà e sono più desideri di chi le alimenta che fatti concreti. Siamo una coalizione con un sano confronto interno, coesa sugli obiettivi da raggiungere e intenzionata a rispettare il mandato popolare".
La morte di Silvio Berlusconi, padre del centrodestra, secondo Meloni non ha alterato gli equilibri all'interno della coalizione: "La scomparsa di Silvio Berlusconi ha lasciato un grande vuoto e un'eccezionale eredità politica. In molti dopo la sua scomparsa prefiguravano scenari apocalittici per Forza Italia, la coalizione e il governo. Tutto questo non si è avverato. Forza Italia è un alleato concreto e affidabile per il governo, un partito solido e che gode di un'ottima salute".
Nel discorso che tenne un anno fa alla Camera dei deputati per il voto di fiducia un anno fa, Meloni aveva detto: "Io sono quello che gli inglesi definirebbero un underdog, lo sfavorito che per riuscire deve stravolgere tutti i pronostici. È quello che intendo fare". Oggi dimentica quelle dichiarazioni, e se la prende con chi le affibbia questa definizione: "Oggi c'è chi mi definisce un underdog, un errore del sistema o un ospite indesiderato, ma la verità è che sono una persona normale, appassionata, testarda e innamorata dell'Italia. E reputo che questo governo stia facendo ciò che veramente serve a questa nazionale".
Per quanto riguarda invece l'immigrazione, "in questi mesi, siamo riusciti a cambiare le parole d'ordine in Europa. E se fino all'anno scorso si parlava solo di movimenti secondari, quelli all'interno dell'Unione europea, oggi sentiamo parlare di come ‘difendere i confini esterni' oppure ‘decidiamo noi chi entra in Europa, non i trafficanti di esseri umani'. Quest'ultime non sono parole mie, ma della presidente della Commissione europea Von der Leyen. Questo vuole dire avere inciso profondamente sull'idea che l'Europa ha sull'immigrazione, cambiandone radicalmente l'approccio", ha detto.
"Se oggi si parla anche della necessità di missioni navali, come noi diciamo da sempre è merito dell'Italia, che chiede una missione europea in accordo con le autorità del Nord Africa per fermare la partenza dei barconi, verificare in Africa chi ha diritto o meno all'asilo e accogliere in Europa solo chi ne ha veramente diritto. In più stiamo portando avanti l'idea del Piano Mattei, che è un cambio radicale nel rapporto con l'Africa che passa da paternalistico a paritario".
"Sulla giustizia e i rapporti con la magistratura voglio essere altrettanto chiara: sono una donna di destra, cresciuta con l'idea della separazione tra i poteri e con un profondo rispetto per i servitori dello Stato. Da parte mia non c'è e non ci sarà nessun conflitto con la magistratura, ma ciò non mi impedisce di pensare che si possa rendere la giustizia più veloce, efficiente e imparziale", ha detto ancora la presidente del Consiglio, rispondendo a una domanda sullo scontro con la giudice Iolanda Apostolico.