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Meloni a caccia della ‘spia’ che ha divulgato le chat di Fdi: “Se io lascio dove pensate di andare?”

La vicenda della fuga di notizie e dei messaggi della chat del partito passata ai giornali continua a preoccupare Meloni, che ora vuole vederci chiaro. E tra i suoi spunta l’ipotesi di un complotto organizzato da Forza Italia, per spianare la strada alla discesa in campo di Pier Silvio Berlusconi.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Smettete di fare i fenomeni. Se vi mollo io dove pensate di andare?". La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è adirata amareggiata per le chat con i suoi parlamentari e dirigenti finite sui giornali, al punto da minacciare le dimissioni. Se non può fidarsi dei suoi, e nemmeno degli alleati, tanto vale lasciare Palazzo Chigi. Il suo braccio destro Guido Crosetto dice che vuole vederci chiaro, e intende scovare le ‘spie' responsabili della divulgazione di quelle conversazioni che dovevano rimanere interne al partito, e che contenevano anche considerazioni imbarazzanti per Matteo Salvini sullo stato della circolazione dei treni in Italia.

Crosetto annuncia un esposto per stanare le ‘spie'

Crosetto, secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, avrebbe manifestato l'intenzione di presentare un esposto alla magistratura per "violazione del segreto di corrispondenza" a seguito della divulgazione del contenuto di una chat, la stessa in cui Meloni si lamentava per la fuga di notizie e la diffusione di messaggi che avrebbero dovuto rimanere privati. "Io alla fine mollerò per questo. Perché fare sta vita per far eleggere sta gente anche no", è stato lo sfogo di Meloni, diventato poi di dominio pubblico, sulle pagine del Fatto Quotidiano. E ancora: "L'infamia di pochi alla fine mi costringe a non avere più rapporti con i gruppi. Molto sconfortante davvero". Sempre sul giornale di Travaglio sono finiti sabato alcuni passaggi delle conversazioni della chat incriminata, in cui il ministro Crosetto annunciava la denuncia, e altri componenti del governo e parlamentari si dicevano d'accordo.

Perché l'elezione del giudice della Consulta è fondamentale per Meloni

I vertici di Fdi avevano intimato a tutti i parlamentari di partire con anticipo per essere certi di arrivare puntuali all'elezione del giudice della Corte Costituzionale, prevista per domani alle 12,30. Un analogo richiamo è arrivato anche agli eletti di Lega e Forza Italia. Il voto di domani servirà a sostituire Silvana Sciarra, il cui mandato è scaduto a novembre 2023: Meloni vorrebbe far eleggere Francesco Saverio Marini, suo consigliere giuridico, lo stesso che ha messo a punto il ddl sul premierato, e per questo ritenuto inadeguato dalle opposizioni, che parlando di conflitto di interessi, visto l'autore della riforma sarebbe poi chiamato a giudicarla.

Ma per portare Marini alla Consulta servono i tre quindi dell'emiciclo, cioè 363 voti. Da qui la necessità di poter contare sui parlamentari della maggioranza al completo, per essere certi di raggiungere il quorum in Aula. Il governo comunque è intenzionato a chiudere domani, come ha confermato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani: "C'è la possibilità e volontà di arrivarci, finalmente dopo tanto tempo, il Parlamento si è riunito troppe volte a vuoto in mancanza di un'intesa".

Chi è la talpa dentro Fdi?

Oggi il presidente del Senato La Russa ha detto di non essere preoccupato per la presenza di ‘traditori' dentro Fdi: "Ma ci mancherebbe se io mi preoccupo per una talpa, non mi preoccupo per i leoni, figurati per le talpe", ha detto a margine di un evento a Milano, rispondendo a chi gli chiedeva se fosse preoccupato dalle talpe nelle chat. Ma il nervosismo ai vertici del partito è palpabile per quanto accaduto nei giorni scorsi e si valutano misure estreme, come silenziare le chat di servizio e richiamare i parlamentari tramite lanci d’agenzia.

"Se non puoi fidarti di messaggini senza importanza come quello sulla Consulta, figurati se posti cose più importanti cosa succede", è la riflessione del capogruppo alla Camera Foti.

Ma l'identità della talpa non sarebbe ancora emersa, anche perché il messaggio sul voto della Consulta è arrivato a 184 persone tra deputati e senatori. Un'ipotesi è che si tratti non di un esponente di Fdi, ma di un collaboratore, che ha passato gli screenshot delle chat per ingraziarsi qualche giornalista. Una versione che sembra convincere anche Meloni, che nella chat apparsa sul giornale sabato infatti scriveva: "C'è gente che per una citazione sui giornali si venderebbe la madre".

Ma i sospetti si posano anche su "qualcuno che fa il doppio gioco e che non è più nel partito", qualcuno che potrebbe aver lasciato i meloniani, rimanendo nella vecchia chat, hanno detto fonti di Fdi, qualcuno di Forza Italia. C'è insomma chi attribuisce il colpo basso a Forza Italia e alla famiglia Berlusconi. Tradotto: i mandanti sarebbero Marina e Pier Silvio, per preparare il terreno per una discesa in campo del secondo, prevista per la prossima primavera, secondo un retroscena Corriere della Sera.

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