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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Medio Oriente, Conte e Schlein contro astensione italiana all’Onu. FdI: “Vogliono solo attaccare Meloni”

Elly Schlein e Giuseppe Conte hanno criticato l’astensione dell’Italia al voto delle Nazioni Unite sulla tregua a Gaza. Da Fratelli d’Italia la replica: “Strumentalizzano Medio Oriente per attaccare Meloni”.
A cura di Annalisa Girardi
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L'astensione dell'Italia al voto delle Nazioni Unite sulla risoluzione per una tregua a Gaza ha innescato scontri e polemiche nel dibattito politico interno. Dall'opposizione, infatti, sia Elly Schlein che Giuseppe Conte, hanno criticato la posizione italiana accusando il governo di non lavorare per porre fine alle violenze nella Striscia. Subito la replica dalla maggioranza, secondo cui Conte e Schlein starebbero strumentalizzando la questione solo per nuocere a Giorgia Meloni.

"Elly Schlein, Giuseppe Conte e compagni, divisi su tutto anche in piazza oltre che in Parlamento, riescono perfino a strumentalizzare la questione israelo-palestinese pur di attaccare Giorgia Meloni", ha dichiarato in una nota il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti.

Il deputato ha poi spiegato il motivo per cui l'Italia si è astenuta: nel testo della risoluzione – ha sottolineato Foti – non veniva menzionato Hamas. "È evidente a tutti, men che a loro, il motivo per il quale l'Italia ieri si è astenuta nel votare la risoluzione Onu sul conflitto in Medio Oriente: il governo Meloni non poteva sottoscrivere un testo nel quale Hamas non è nemmeno citato e che non prevede neanche un passaggio sul diritto di Israele a difendersi da quello che è stato un vero e proprio attacco terroristico che potrebbe ripetersi", ha detto. E infine: "Il nostro voto è stato in linea con quello di molti altri Stati membri, G7 e NATO. Grazie al governo Meloni finalmente c'è una politica estera indipendente e riconosciuta. Ma a Schlein e Conte questo non va giù e continuano a schierarsi e tifare contro l'Italia".

Elly Schlein, da parte sua, ha affermato che molti Paesi hanno giustamente votato a favore e che sia stato un errore, da parte del nostro Paese, optare per l'astensione: "Penso che sia stato un errore per l'Italia non sostenere la risoluzione del'Onu su una tregua umanitaria. Bene hanno fatto Francia, Spagna, Portogallo a votare a favore. Chiamatela tregua, chiamatelo cessate il fuoco umanitario, chiamatela pausa umanitaria, basta che si fermi questa strage di civili . La preoccupazione è enorme, non possiamo assistere a una strage di civili", ha detto la segretaria del Partito democratico.

E ancora: "Colpire e fermare Hamas non può tradursi in una punizione collettiva di tutta la popolazione palestinese". Schlein ha poi sottolineato come il suo partito abbia condannato "senza ambiguità" gli attacchi terroristici di Hamas e chiesto di lavorare "per la liberazione degli ostaggi". Allo stesso tempo, ha detto, va "rispettato pienamente il diritto internazionale umanitario" creando "corridoi umanitari" per far arrivare gli aiuti.

Giuseppe Conte, invece, da parte sua ha affermato: "Per la pace ci vogliono schiena dritta e coraggio, non la debolezza e la codardia di un governo che con una decisione pilatesca dimostra di considerare la sofferenza dei civili un drammatico ma inevitabile ‘effetto collaterale' della guerra".

Quindi ha chiamato direttamente in causa Giorgia Meloni. "Poco fa ha detto di essere concentrata per frenare una crisi umanitaria a Gaza. Un impegno solenne che però stride con l'azione del nostro governo in sede Onu, dove l'Italia si è astenuta su una risoluzione che perorava una tregua umanitaria nella Striscia di Gaza. La scusa accampata da Meloni è l'assenza nel testo di una condanna di Hamas e di un riferimento al diritto di Israele a difendersi. Due temi su cui la comunità internazionale, con le Nazioni Unite in prima fila, si è pronunciata con inequivocabile chiarezza già dai primi minuti dopo il vile attentato terroristico perpetrato da Hamas".

Conte ha poi concluso chiedendo al governo se davvero pensi che i tanti Paesi che hanno votato a favore della risoluzione – tra cui anche Francia, Spagna, Belgio, Portogallo e altri 116 Paesi, siano vicini ad Hamas.

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