Maturità 2019, intervista al ministro Bussetti: “No allarmismo, prove alla portata degli studenti “
Impegno, lucidità e passione. Sono questi i tre ingredienti che non possono mancare nella preparazione all'Esame di Stato alle porte secondo il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti. In una lunga intervista a Fanpage.it, il titolare del Miur ha parlato delle novità della Maturità 2019, che comincerà il prossimo mercoledì 19 giugno con la temuta prima prova d'italiano, dando rassicurazioni e consigli a docenti e studenti. Con un auspicio anche per il prossimo anno scolastico: "Accumulare e vivere esperienze importanti per la loro crescita", mentre al Ministero si continuerà a lavorare su alcuni temi caldi, come i concorsi per gli insegnanti e la lotta al precariato. "Il nostro obiettivo è bandire, entro l’estate, due nuovi concorsi – ha sottolineato il ministro -. Quello ordinario per la Scuola dell’infanzia e la primaria: avevamo chiesto al MEF autorizzazione per circa 10.000 posti, saranno invece oltre 16.000. E quello per la Scuola secondaria, parliamo di circa 55.000 posti".
Ministro, manca poco all’esame di Maturità 2019, con tante, forse troppe, novità rispetto al passato. Cosa risponde ai timori degli studenti che l’hanno definito “impossibile”?
"Rispondo di stare tranquilli, perché è un esame che possono sostenere senza problemi. La Maturità rappresenta il momento in cui possono esprimere se stessi e ciò che hanno appreso nel percorso formativo. Nessuno si sogna di sottoporli a prove non alla loro portata. Vogliamo metterli nelle condizioni di dare il meglio. È per questo che negli scorsi mesi abbiamo fornito indicazioni e chiarimenti sulle novità di questo esame che, voglio ricordarlo, è stato riformato da una legge approvata nel 2017. Abbiamo ritenuto necessario accompagnare scuole e maturandi verso questo nuovo traguardo, con FAQ, incontri e, per la prima volta, con simulazioni nazionali della prima e della seconda prova scritta. Nessuno l’aveva mai fatto prima. Chi ha avuto modo di confrontarsi con queste prove, le ha apprezzate e ha riconosciuto la loro fattibilità. A chi si sta preparando in queste ore dico di impegnarsi e studiare, ma con serenità. Non ci sarà nulla di ingestibile".
Visto che le novità dell’esame di Stato sono state introdotte con una legge del 2017, quando c’era un altro Governo e un altro ministro al timone del Miur, come mai secondo lei è scoppiato tanto clamore, con scioperi e mobilitazioni, solo adesso?
"Parliamo di novità rimaste sulla carta per diversi mesi, è possibile che siano passate inosservate o che, come capita spesso, si siano attesi i tempi dell’attuazione per capire meglio. Noi ci siamo mossi subito, fin dal mio insediamento, per accompagnare le scuole. Come Governo abbiamo introdotto anche importanti correttivi. Nell’interesse dei ragazzi. E abbiamo predisposto un piano di formazione e informazione per evitare confusione e per spiegare nel dettaglio tutte le modifiche previste. È un impegno che va riconosciuto. Per questo trovo che una certa parte di polemiche e
mobilitazioni, non ultima per esempio quella legata alla Storia all’Esame di Stato, siano pretestuose e poco fondate. Danneggiano in primo luogo i maturandi, che vengono inopportunamente coinvolti in un clima di inutile allarmismo che non giova alla loro preparazione".
Se si parla di maturità, si parla inevitabilmente di tototema. Lei ha già anticipato che gli argomenti sono stati scelti dagli esperti del Miur. Può darci qualche altro piccolo indizio?
"Sicuramente gli studenti troveranno belle tracce, costruite in modo tale da dare la possibilità di argomentare le loro idee, di ragionare su ciò che hanno imparato, di mostrare la loro visione del mondo. Le simulazioni sono state un valido esempio di ciò che gli studenti si troveranno ad affrontare. E sono state molto apprezzate. Segno che non rimarranno delusi e avranno un’ampia e qualificata scelta".
Dopo le simulazioni di prima e seconda prova, effettuate nei mesi scorsi, i dubbi dei ragazzi non sono diminuiti, anzi. Non sarebbe stato il caso di lasciare più tempo a insegnanti e studenti per prepararsi meglio a tutte le novità, magari non introducendole durante il corso dell’anno scolastico?
"Mi permetta di contraddirla: abbiamo avuto riscontri diversi. Un’indagine di Skuola.net ha rilevato che quasi la metà dei ragazzi intervistati che hanno svolto queste prove le ha giudicate molto interessanti e un altro 31% ne ha trovata almeno una di suo gradimento. Gli studenti hanno apprezzato le tracce proposte in occasione delle simulazioni e hanno potuto confrontarsi con seconde prove strutturate sulla base di ciò che hanno studiato nel loro percorso. Le novità di questa Maturità non sono state introdotte per mia iniziativa. C’era una legge e andava attuata in determinati tempi. Ma ho preso una posizione ben precisa: abbiamo lavorato per non lasciare scuole e ragazzi soli di fronte a questi cambiamenti. Usciamo dalla visione dell’esame come test “punitivo” e prendiamolo per quello che è: un’occasione per esprimere se stessi".
All’orale non c’è più la famosa tesina, sostituita dal cosiddetto sistema delle 3 buste. Quali sono i pregi e i difetti di questa nuova modalità colloquio?
"È un meccanismo più semplice e trasparente. Che dovrebbe rassicurare i maturandi: dentro quelle buste non troveranno domande astruse, ma spunti già oggetto di studio che consentiranno loro di condurre il colloquio in modo personale, attraverso l’analisi e il commento, per esempio, di un componimento poetico, della riproduzione di un quadro, di una tabella con dati, di un
grafico, di un progetto. I materiali di avvio del colloquio saranno predisposti dalla Commissione sulla base di ciò che i ragazzi hanno effettivamente studiato. E saranno inseriti in apposite buste per garantire equità e anonimato. Ciascun maturando potrà sempre scegliere tra una terna di buste. Non ci saranno richieste ‘fuori programma’. È un modo per mettere gli studenti a proprio agio e dare loro l’opportunità di dimostrare ciò che hanno appreso".
L’esame è cambiato, ma non quello che gli studenti imparano durante l’anno. Non sarebbe il caso, o è già in agenda, valutare una modifica dei programmi scolastici per renderli più attuali e più uniformi tra i vari istituti?
"L’Esame è cambiato nelle modalità ma non negli obiettivi che si prefigge, questo va chiarito. Serve ad accertare conoscenze e competenze sviluppate nel percorso formativo. Di conseguenza, a nessun maturando verrà mai chiesto qualcosa che non ha studiato. Le faccio un esempio: quest’anno tema del colloquio orale potranno essere anche i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento e Cittadinanza e Costituzione. Naturalmente agli studenti saranno poste domande tenendo conto di ciò che hanno realmente fatto. Ritengo, inoltre, che dare indicazioni ministeriali sui programmi sia necessario. Ma è anche importante lasciare alle scuole la loro autonomia, così da garantire la possibilità di costruire percorsi in linea con le esigenze dei giovani e dei territori".
Cosa non può mancare, secondo lei, nella preparazione dell’esame di Stato?
"Sembrerà banale, ma secondo me non possono mancare l’impegno, la lucidità e la passione. Impegno, perché è un traguardo importante nella vita di tutti noi e bisogna dare il massimo, viverlo al meglio, sapendo di non aver lesinato le proprie forze ed energie. Lucidità, perché è fondamentale affrontare questa prova consapevoli delle proprie conoscenze, delle proprie attitudini. Di ciò che si è diventati al termine del percorso scolastico. Passione, perché è il momento in cui ciascuno può “dialogare” con una Commissione, facendo emergere i propri interessi, ciò che ha destato
attenzione nel corso dei mesi passati. Può raccontarsi, attraverso le discipline studiate. La Maturità è un esame, indubbiamente. Ma è anche un capitolo dell’esistenza di ciascuno che rimarrà per sempre nei ricordi. Per questo invito tutti a goderselo. Senza stress né agitazione".
La Maturità è il momento che chiude idealmente l’anno scolastico. Quali sono gli auspici per quello che comincerà a settembre, e le novità?
"È vero, un anno scolastico si chiude e il mio augurio per tutti i bambini e i ragazzi è che possano trascorrere delle piacevoli vacanze in compagnia dei propri cari e degli amici. Che possano dedicarsi ai loro hobby e ai loro interessi, andare in visita in un museo, praticare sport, suonare uno strumento. Accumulare e vivere esperienze importanti per la loro crescita. Al Ministero, intanto, lavoreremo per loro, come facciamo ormai da mesi: vogliamo che a settembre l’anno scolastico cominci regolarmente, con tutti gli insegnanti in cattedra. Ed è per questo che abbiamo già avviato da tempo e con largo anticipo le procedure amministrative e burocratiche che ci servono a questo scopo".
Cosa ci può dire sul concorso per i docenti, di cui tanto si parla in questa parte finale di anno scolastico? Ha intenzione di chiedere risorse aggiuntive nella prossima legge di Bilancio?
"Il nostro obiettivo è bandire, entro l’estate, due nuovi concorsi. Quello ordinario per la Scuola dell’infanzia e la primaria: avevamo chiesto al MEF autorizzazione per circa 10.000 posti, saranno invece oltre 16.000. E quello per la Scuola secondaria, parliamo di circa 55.000 posti. Vogliamo ridurre quanto più possibile il precariato, dare stabilità e certezze agli insegnanti e garantire continuità ai nostri studenti. Come sapete, il 24 aprile scorso abbiamo stretto un’importante intesa a Palazzo Chigi con le organizzazioni sindacali proprio su questi temi. E da allora ci siamo incontrati periodicamente per definire un piano di intervento strategico e condiviso. Faremo tutto il necessario per dare alle nostre scuole le risorse professionali ed economiche per svolgere al meglio la loro missione educativa".