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“Matteotti ucciso dallo squadrismo fascista”, Meloni ricorda l’assassinio con cui si aprì il ventennio

In occasione del centesimo anniversario dell’ultimo discorso di Giacomo Matteotti, ucciso per volere di Mussolini nel 1924, la presidente del Consiglio Meloni ha parlato del perché ricordare il parlamentare socialista e il suo assassinio: “Commemoriamo un uomo libero ucciso da squadristi fascisti per le sue idee, ci ricorda che la democrazia non si fonda sulla violenza e sull’intolleranza”.
A cura di Pietro Forti
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In occasione del centesimo anniversario dell'ultimo discorso di Giacomo Matteotti, pronunciato il 30 maggio del 1924, la Camera dei Deputati ha ospitato una cerimonia celebrativa in ricordo del parlamentare socialista ucciso dal regime fascista. Anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha voluto ricordare i motivi dell'assassinio di Matteotti: "Il 30 maggio 1924, Giacomo Matteotti ha pronunciato nell'Aula della Camera il suo ultimo discorso, che gli sarebbe poi costato la vita – ha spiegato la presidente del Consiglio – In quel discorso, Matteotti difese la libertà politica, incarnata nella rappresentanza parlamentare e in libere elezioni. Oggi siamo qui a commemorare un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee".

Matteotti, come ricordato da Meloni, fu rapito e ucciso il 10 giugno del 1924 da un gruppo di squadristi fascisti su ordine di Benito Mussolini, a seguito del discorso in cui aveva denunciato le violenze e i brogli che avevano falsato le elezioni nell'aprile dello stesso anno. Lo scranno da cui parlò per l'ultima volta, come ha spiegato durante la seduta commemorativa il presidente della Camera Lorenzo Fontana, da oggi sarà lasciato vuoto in suo ricordo.

"Onorare il suo ricordo è fondamentale per ricordarci ogni giorno, a distanza di 100 anni da quel discorso, il valore della libertà di parola e di pensiero contro chi vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire cosa è consentito dire e pensare e cosa no – ha concluso Meloni – La lezione di Matteotti, oggi più che mai, ci ricorda che la nostra democrazia è tale se si fonda sul rispetto dell'altro, sul confronto, sulla libertà, non sulla violenza, la sopraffazione, l'intolleranza e l'odio per l'avversario politico".

La cerimonia di commemorazione è stata presentata dal giornalista Bruno Vespa, alla presenza del governo al completo e del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Gli unici interventi politici sono stati tenuti dall'attuale presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e dal suo predecessore nella XIII legislatura, Luciano Violante.

"Esattamente 100 anni fa, dallo scranno di quest'Aula dove è stata apposta una targa in suo ricordo, Giacomo Matteotti pronunciò il discorso che gli sarebbe costato la vita – ha detto l'attuale presidente della Camera – A perenne ricordo del suo sacrificio, questo scranno non sarà più assegnato ad alcun deputato". La decisione è arrivata dopo una proposta avanzata dal deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Denis Dori, che in occasione della Festa della Liberazione il 25 aprile scriveva: "Dall’inizio di questa legislatura mi è stato assegnato alla Camera dei Deputati il posto in Aula dal quale esattamente il 30 maggio 1924 Giacomo Matteotti pronunciò il suo storico (e ultimo) discorso in Aula. Per questo motivo – continuava Dori – ho proposto al mio gruppo parlamentare, che ha accolto con entusiasmo la proposta, di scrivere al Presidente della Camera Fontana per chiedere che quel seggio possa essere dedicato alla memoria di quel discorso, lasciandolo vuoto". La proposta, poi sottoscritta da tutte le opposizioni, è stata accolta da Fontana: lo scranno, da cui poi l'attore Alessandro Preziosi ha letto l'ultimo intervento di Matteotti da deputato, da oggi non sarà più assegnato ad altri parlamentari.

Più critico il discorso dell'ex presidente della Camera Luciano Violante, che ha colto l'occasione per una commento sugli attuali parlamentari: "A noi si pone una domanda: questo Parlamento è quello che Matteotti pensava dovesse essere? – ha detto Violante – Vedete, fuori dai casi dell'avvento di dittature, i Parlamenti muoiono per suicidio, non per omicidio".

Dall'opposizione anche la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha voluto ricordare il parlamentare socialista assassinato nel 1924: "È importante ricordare la sua figura di uomo politico straordinariamente legato al suo territorio, al Polesine, un territorio poverissimo, e nella sua battaglia contro i soprusi fascisti ha sempre portato la fatica dei braccianti che ha conosciuto dove è nato, a Fratta – ha spiegato alla stampa la leader dem – Io credo che l'insegnamento più importante sia ancora vivo, ed è quello che non c'è stato un prima ed un dopo, perché il fascismo è stato strutturalmente violenza e negazione della libertà: questo è il messaggio più forte che l'uomo politico Matteotti ci ha lasciato".

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