Matteo Salvini: “Un operaio dell’Ilva vale più di 10 Balotelli: è l’ultima delle mie preoccupazioni”
"Con 20 mila posti di lavoro a rischio Balotelli è l'ultima mia preoccupazione, ma proprio l'ultima ultima ultima. Vale più un operaio dell'Ilva che 10 Balotelli. Il razzismo va condannato ma non abbiamo bisogno di fenomeni", lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, mescolando le due notizie calde del giorno: i cori del capo ultrà di Verona secondo cui Mario Balotelli non sarebbe veramente italiano in quanto di colore, e il passo indietro dall'ex Ilva di Taranto della società Arcelor Mittal.
Queste parole si inseriscono in una serie di dichiarazioni rilasciate alla stampa in Senato sulla manovra economica: "Questa manovra economica impoverisce l'Italia. Il governo è caduto perchè la Lega voleva un forte taglio delle tasse con la flat tax al 15%, i Cinque Stelle ci hanno detto di no, e infatti la tassa piatta è sparita insieme alla pace fiscale dall'orizzonte del governo, e questi stanno tassando anche l'aria che respiriamo. Il problema è che ci sono già alcune migliaia di licenziamenti preannunciati dalle imprese al solo annuncio di questa manovra economica. Pensare di far pagare 2mila euro a un lavoratore da 30mila euro lordi all'anno per un'auto aziendale è qualcosa che veramente non sta nè in cielo nè in terra. Come Lega cercheremo di limitare i danni presentando degli emendamenti in Parlamento per modificare questa manovra e bloccare queste tasse".
E quindi le affermazioni sulla questione Taranto: "Speriamo che ci ascoltino. Sull'Ilva avevamo avvisato che il rischio era forte. Adesso non vorrei che si andasse avanti per avvocati per anni ma a rimetterci fossero i lavoratori. Se si vuole davvero aiutare i cittadini di Taranto a stare meglio non lo fai licenziando 10mila persone, ma lo fai investendo per risanare il territorio. Cosa che il privato avrebbe voluto fare. Se Grillo veramente pensa che l'Italia debba diventare un gigantesco parco giochi dove si campa di reddito di cittadinanza va ricoverato".
L'attacco a Giuseppe Conte
Se Giuseppe Conte ci avesse ascoltato la settimana scorsa in Aula non si sarebbe posto il problema: questi fanno di giorno e disfano di notte. Passano più tempo a fare vertici a palazzo Chigi che a occuparsi del Paese. Spero che vadano a casa il prima possibile. Perchè fra gli sbarchi ripresi e le tasse inventate gli italiani non ne possono più".
Giuseppe Conte, da parte sua, ha affermato che "per il governo la questione Ilva ha la massima priorità", annunciando di aver già convocato domani pomeriggio a palazzo Chigi i vertici di Arcelor Mittal. "Faremo di tutto per tutelare investimenti produttivi, livelli occupazionali e per proseguire il piano ambientale", ha concluso Conte. Oggi a palazzo Chigi è stato convocato anche il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, che ha poi commentato: "Quella dello scudo legale è una foglia di fico dove si sta cercando di nascondere il problema reale: mi sembra del tutto evidente, anche dai cambi di governance, che evidentemente la governance che aveva seguito l'impianto fino ad adesso non ha funzionato".
La reazione del sindaco di Taranto
"È un momento drammatico per Taranto e per i lavoratori dell'ex Ilva, perciò la cautela deve essere massima, attendiamo le determinazioni del Governo prima di pronunciarci sulle ultime iniziative di ArcelorMittal", ha detto il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. "Certo anche in questo momento, per quanto fosse nota la questione dello scudo penale, non ha brillato per senso di responsabilità e propensione al dialogo verso le Istituzioni e il territorio che li ospita, non senza nuove recriminazioni", ha aggiunto il primo cittadino. Per Melucci "sbagliano tutti quei politici e leader che in queste ore gridano allo scandalo in favore del gestore, dimenticando ogni minima delicatezza versa Taranto. Lo ribadiamo a chiare lettere, per quanto sia auspicabile la certezza del diritto per tutti gli investitori, non è a causa dello scudo penale che rischiamo di perdere l'acciaio, ma per quello che ArcelorMittal ci sta facendo vedere da settimane, per esempio, sul camino E312 e per la resistenza contro l'introduzione di una valutazione del danno sanitario".
Il sindaco di Taranto si è voluto comunque mostrare positivo: "Voglio vedere in questa crisi una opportunità, nonostante tutto. Se il Governo, come sembrerebbe dalle prime mosse, avrà la forza di tenere al tavolo del negoziato ArcelorMittal, forse ci sarà ancora spazio per rimettere in equilibrio tutte le esigenze, quelle ambientali e sanitarie, come quelle occupazionali e tecnologiche, persino quelle giuridiche ed economiche connesse al contratto. E il tutto, questa volta, consentendo alla comunita' ionica di svolgere sin da principio un ruolo da protagonista, o non sara' mai una soluzione definitiva e soddisfacente". Per Melucci, "non è vero che quel piano ambientale ed industriale del 2017 era il più evoluto del mondo, partiamo da qui, e sono per altro mutate molte delle circostanze oggettive e di mercato alla base di quell'accordo col Governo, dunque è il momento di riaprire legittimamente e correttamente il confronto con l'affittuario, finanche ridiscutendo la governance del principale produttore di acciaio italiano". Il sindaco di Taranto ha quindi concluso: "Se la loro fosse solo tattica sarebbe già riuscita male, oltre che risultare uno sberleffo per una città che ha tanto sofferto e non è più disposta ad alcun genere di ricatto. Se non lo fosse, come in fondo ci auguriamo dovremmo essere pronti ad un rilancio coraggioso, per i nostri lavoratori e per i nostri concittadini".
La reazione del presidente della Puglia
"Confermo quello che ho sempre detto sull'Ilva: se non fosse mai esistita sarebbe stata una fortuna per la Puglia e per Taranto": lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per cui "la fabbrica esiste, uccide cittadini e operai, è totalmente illegale come dimostra lo stesso management di ArcelorMittal che senza una immunità penale speciale, che esisteva in Europa solo per loro e che non è consentita a nessun'altra azienda, intima con arroganza allo Stato italiano di riprendersi la fabbrica entro 30 giorni".
Il governatore ha quindi spiegato: "Il nostro ordinamento già prevede la non punibilità di chi osserva la legge e ricordo a me stesso che l'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) in Italia è legge dello Stato e che tutti gli atti per il suo adempimento sono legittimi per definizione e quindi immuni dal diritto penale. Si saranno forse accorti che hanno firmato un contratto che non reggono economicamente? E soprattutto che l'altoforno 2 è in uno stato così deteriorato da non essere utilizzabile se non a costi altissimi?". Il presidente della Puglia ha quindi concluso: "Si saranno di certo accorti che a 4 milioni di tonnellate come limite produttivo non riescono a mantenere gli impegni occupazionali che hanno sottoscritto. Ma la soluzione non è far implodere la fabbrica per la deresponsabilizzazione di Arcelor Mittal, lasciandola al suo destino. Lascerebbero una bomba ecologica irrisolta e migliaia di disoccupati. E questo è semplicemente inaccettabile"