Matteo Salvini: “Pronto a fermare i barconi che portano in Italia cibo avvelenato”
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini non arretra di un millimetro rispetto alla sua posizione di chiusura delle frontiere marittime italiane e durante un intervento tenuto al villaggio Coldiretti di Torino ha dichiarato: “Il principio ‘prima gli italiani' vale per la difesa dai confini, del lavoro e della salute, sono pronto a fermare anche un barcone che arriva nei nostri porti con il cibo avvelenato. Non distinguo tra barcone e barcone: se per salvare vite in mare è giusto dire no al traffico di esseri umani, sono pronto anche a dire no a qualche barcone che vuole attraccare da noi con riso e cibi contraffatti. Prima gli italiani vale non solo per difendere i confini, ma anche per difendere il lavoro e il diritto alla salute. Se dovrò alzare la voce anche di fronte a qualche potente multinazionale o azienda farmaceutica che mette fuorilegge la dieta mediterranea contate su di me”, ha promesso Salvini. Da circa una settimana, ormai, la questione migratoria è tornata al centro del dibattito pubblico, complice la polemica scatenatasi in seguito alla decisione di chiudere i porti italiani alle imbarcazioni delle Ong che salvano i migranti nel Mar Mediterraneo.
Lo scorso weekend, il ministro dell'Interno Salvini, in accordo con il competente ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, ha disposto la chiusura dei porti e negato l'approdo alla Aquarius, nave delle Ong Sos Mediterranée e Medici Senza Frontiere, che aveva a bordo 629 migranti ed era diretta in Italia su disposizione del Mrcc di Roma che aveva coordinato tutte le operazioni di soccorso. La nave al momento sta facendo rotta verso il porto di Valencia, offerto dal governo spagnolo per risolvere la crisi scatenata dal governo italiano. La decisione di Salvini e Toninelli ha scatenato una vera e propria guerra diplomatica con Malta prima e successivamente anche con la Francia (quest'ultima rientrata poi nella giornata di ieri dopo una telefonata del presidente Emmanuel Macron) ma la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente, visto che le recenti dichiarazioni del ministro dell'Interno in merito alla gestione degli sbarchi in Italia confermano che Salvini non ha alcuna intenzione di modificare il proprio approccio e ha ribadito più volte che il caso Aquarius sarà solo il primo di una lunga serie di blocchi.