Matteo Salvini dice di non essere dispiaciuto per l’assenza di Zelensky a Sanremo
Matteo Salvini dice di non essere dispiaciuto dell'assenza di Volodymyr Zelensky a Sanremo. Alla fine, infatti, il presidente ucraino invierà un testo scritto al festival, non un videomessaggio come si era inizialmente pensato. E il leader della Lega, che si era subito schierato contro un'eventuale partecipazione di Zelensky a Sanremo, ora ribadisce: "Io sulla presenza di Mattarella non sto a fare polemiche. Se ha scelto di andarci, ha diritto di svagarsi anche il presidente della Repubblica. Però ecco, che non ci sia stata la presenza di Zelensky, a proposito di contesto, non mi è dispiaciuto. Perché portare la guerra tra Blanco, i Cugini di campagna e Ultimo è fuori luogo", ha detto, ospite su Rtl 102.5.
Sabato, all'ultima serata, quando verrà letta la lettera di Zelensky, Salvini non pensa che guarderà Sanremo: "Finita la campagna elettorale sarò con i miei figli. Non penso che mi chiederanno di ascoltare la lettura della lettera. Penso che guarderemo un film". E ancora: "Va bene Benigni, va bene Mattarella. Non penso che la Costituzione abbia bisogno di essere difesa dal palco di Sanremo, che è il festival della canzone italiana. Quindi per me riempire il festival di contenuti extra festival, le guerre o altro, non mi piace", ha aggiunto il ministro dei Trasporti.
"Leggevo delle polemiche la scorsa settimana. Spero ad esempio che Paola Egonu, grande pallavolista, non venga al festival a fare una tirata sull'Italia Paese razzista. Penso che gli italiani possono avere tanti difetti, ma non quello di essere razzisti. Sono un popolo che ha emigrato e che ora accoglie, è solidale e generoso. Mi auguro che gli italiani, che hanno già tanti problemi, non si sentano colpevolizzare da tizio o caio che usano la televisione pubblica per far lavorare qualcuno".
Sulle polemiche per l'intervento di Zelensky al festival è intervenuto nuovamente anche Carlo Calenda. "Continuo a pensare che, Oscar o Sanremo, inserire il dramma della guerra in questi contesti si presti a strumentalizzazioni, come puntualmente avvenuto. Ciò premesso una volta invitato si doveva far parlare senza ridicole censure e/o letterine", ha scritto su Twitter il leader di Azione.
Anche Giuseppe Conte è tornato sul tema. E, intervenendo a Mattino 5, ha affermato: "Ne abbiamo anche parlato troppo, mandi pure questa lettera e va bene così. Io ho semplicemente ricordato che il nostro presidente della Camera, Roberto Fico, lo ha inviato a parlare al Parlamento dimostrando grande apertura. Ma nel contesto di Sanremo non mi sembrava opportuna".