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Pd in Emilia, Richetti e Bonaccini indagati per peculato

Matteo Richetti e Stefano Bonaccini, i favoriti per la corsa alle primarie per la presidenza regionale del Pd, sono sotto inchiesta. Stamani Richetti aveva ritirato la sua candidatura.
A cura di Biagio Chiariello
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Update – Indagato anche Stefano Bonaccini. Bufera sulle primarie del centrosinistra in Emilia Romagna: dopo il deputato Matteo Richetti anche l'altro candidato del Pd Stefano Bonaccini risulta indagato per peculato nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Bologna sulle cosiddette “spese pazze” dell'assemblea legislativa. A confermare l'iscrizione è stato l'avvocato Vittorio Manes legale del segretario regionale Democratico, che ha chiesto presso la Procura di Bologna di conoscere la posizione del suo assistito. Complessivamente sono otto i consiglieri regionali del Pd indagati ma con ogni probabilità le iscrizioni riguardano anche altri gruppi consiliari e dunque potrebbero essere in numero maggiore. Per le primarie del centrosinistra in Emilia Romagna in vista delle elezioni regionali del prossimo autunno, dopo la rinuncia di Richetti, rimangono in corsa Stefano Bonaccini e Roberto Balzani. Bonaccini infatti non si ritira: “Ho appreso poco fa – scrive in una nota – che la Procura sta svolgendo accertamenti anche sul mio conto e ho già comunicato, attraverso il mio legale Prof. Manes, di essere formalmente a disposizione per chiarire ogni eventuale addebito. Confido di poter dare al più presto ogni opportuno chiarimento”.

C’è un doppio colpo di scena nella strada che porta alle primarie del centrosinistra dell'Emilia Romagna e porta il nome di Matteo Richetti. Innanzitutto perché il deputato del PD ha annunciato il ritiro dalla corsa contro Stefano Bonaccini e Roberto Balzani. Poi perché il nome dello stesso membro dei democratici risulta iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Bologna per l'ipotesi di accusa di peculato nell'ambito dell'inchiesta sulle "spese pazze" del consiglio regionale. "Ragazzi tutti – aveva scritto Richetti nell’annunciare il suo ritiro ai sostenitori – mandare questo messaggio mi costa un fegato nuovo. Anzi, credo ci costa un fegato nuovo. Tra ieri sera e stamattina ho dovuto prendere una decisione. Di quelle che non ci dormi. Mi fermo qui. Ci sono cose di fronte alle quali ci si ferma – ha sottolineato -. Se c'è una cosa che ci unisce è che per noi la politica è un pezzo fondamentale della nostra vita. Ma non è la vita".

Richetti si ritira, Renzi non aveva preso bene candidatura di due ‘renziani'

In un primo momento la decisione di Richetti sembrava fosse dettata da forti pressioni giunte da Roma (Matteo Renzi aveva fatto capire di non essere d’accordo sulle primarie tra i due renziani modenesi Richetti e Bonaccini) e da motivi personali, come lui stesso aggiunge: "Io continuo e continuerò a usare il noi, ma questa volta vi devo chiedere di rispettare una scelta che è personale. Immaginando il vostro dissenso. Facciamo ricorso a tutta la nostra amicizia, se riusciamo. Non ho parole a sufficienza per pronunciare le mie scuse, ad ognuno di voi, al vostro impegno, alla vostra passione. Vorrei farlo di persona con ognuno di voi, guardandovi negli occhi. Un abbraccio forte, a tutti". Non sono mancate le frecciate da parte degli avversari."In casa Pd era già tutto pronto, i candidati scelti, la data delle primarie decisa. La militanza aveva già preso posizione per uno o per l'atro aspirante presidente. Ma il giorno della presentazione delle firme, peraltro già raccolte, cambia tutto. Uno dei big si ritira. Cosa è successo? Quali le reali motivazioni? Renzi ha fatto pressioni?". E' il commento del consigliere regionale uscente Fabio Filippi (Fi) a proposito del ritiro di Richetti dalle primarie. "Davvero un brutto spettacolo. I vecchi comunisti si rivolteranno nella tomba – conclude – un partito in balia delle indecisioni".

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