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Matteo Renzi: “O ci dimostriamo capaci di fare o saremo spazzati via”

Nella sua relazione introduttiva alla direzione nazionale Pd Renzi chiarisce: “Facciamo le riforme subito e se il Governo ottiene risultati può andare avanti”.
A cura di Redazione
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"Andando ad analizzare come stanno le cose, bisogna aver chiaro che veniamo da 10 mesi di fallimenti, dalla legge elettorale alle riforme costituzionali, passando per il Governo tecnico e la deroga al 138, che abbiamo votato per tre letture". Comincia con un richiamo ad un serio esame di coscienza il lungo intervento introduttivo di Matteo Renzi alla direzione nazionale del Partito Democratico. Un appuntamento molto atteso proprio in relazione alle polemiche degli ultimi giorni sulla linea da seguire per la discussione delle riforme ed in particolare della legge elettorale. Per il segretario del Pd ci sono pochi dubbi: la discussione deve essere la più ampia possibile e tenere dentro le forze disponibili al confronto. Renzi spiega: "Eccettuata la Lega Nord, visto che Salvini ha detto di non avere tempo, ed il Movimento 5 Stelle, con il quale abbiamo provato senza successo a parlare e a discutere chiedendo loro di scrivere l'elenco delle cose su cui siamo d'accordo, bisogna necessariamente discutere con tutti".

Del resto, Renzi si sente di mettere nero su bianco gli obiettivi del Partito Democratico: 2 riforme di tipo costituzionale (con la riduzione dei costi della politica tramite la riduzione dei parlamentari, la revisione del Senato e l'adeguamento delle indennità per i consiglieri regionali e provinciali, oltre che con la riapertura della discussione sul Titolo V, considerando i limiti della revisione fatta nel 2001) e la riforma della legge elettorale. Su quest'ultimo punto Renzi ripete che la base di partenza sono le tre proposte che poggiano rispettivamente o su collegi uninominali, o su circoscrizioni piccole o su circoscrizioni grandi con voto di preferenza. Le tre proposte, sulle quali Renzi si dice convinto che on vi siano problemi di costituzionalità, garantiscono che "sia chiaro chi vince, che sia definita la governabilità e che non ci siano strani giochi dopo il voto". Non manca poi una stoccata a Formigoni (che aveva "minacciato" sorprese nel voto segreto d'Aula) e la replica a chi gli chiede di non trattare con il pregiudicato Berlusconi: "Non mi risulta che si siano dimessi in massa dopo la sentenza di condanna definitiva".

Sul Governo poi Renzi è chiaro: "Il rimpasto non è la soluzione, non cambia nulla con tre ministri renziani, perché se l'esecutivo fa le cose non c'è motivo per cambiare. Poi se volessimo vedere bene, si dovrebbe dire che un esecutivo sostenuto per l'ottanta percento dal Pd dovrebbe essere cambiato in toto. Però quando si fanno le figuracce, come sul caso delle slot o degli insegnanti, non possiamo non farle notare e trovare un rimedio. E questo non è cercare di fare le scarpe a Letta, ma dargli una mano". Del resto, ripete Renzi: "Abbiamo una enorme responsabilità, quella di fare le cose e portare a termine il nostro compito. Altrimenti rischiamo di essere spazzati via anche dall'ondata populista e antieuropeista". E la strada sulla quale continuare a lavorare non può che essere quella dell'equità sociale, a cominciare dallo "spostamento della tassazione sul lavoro alle rendite finanziarie", senza dimenticare la necessità di ragionare ad esempio su ius soli ("come fai a non dire che c'è un principio di giustizia) o sulle unioni civili.

Non si è fatta attendere la replica del Premier Enrico Letta chiamato in causa dal segretario del Pd. In serata il Presidente del Consiglio, infatti, ha rigettato le accuse di fallimento concordando però con Matteo Renzi sulla necessità di un nuovo inizio dell’azione di governo. "Sono d’accordo con Renzi sulla necessità di un nuovo inizio dell’azione di governo" ha spiegato infatti Letta, aggiungendo "Ovviamente, ho un giudizio diverso sui nove mesi di lavoro, in uno dei tempi più complessi e travagliati della nostra storia recente, che questo governo ha dietro le spalle". "Mi sono impegnato in questa direzione e conto di arrivare ad un risultato positivo a breve" ha poi assicurato il Premier Letta dicendosi "fiducioso in un risultato positivo dell'iniziativa opportuna e coraggiosa che Renzi ha assunto sulla legge elettorale".

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