«Matteo Renzi? Da elettore l'avrei votato». Così oggi parla Luigi de Magistris, il sindaco di Napoli che da quando le primarie del Partito democratico hanno incoronato il suo omologo fiorentino alla guida del principale partito del centrosinistra non smette di lanciare segnali di distensione. «La sua elezione? Sono contento e soddisfatto – dice de Magistris a Fanpage.it – io con lui ho un buon rapporto». Questo buon rapporto dev'essere sbocciato davvero molto recentemente, visto che nel corso degli ultimi tre anni il primo cittadino partenopeo ha lanciato innumerevoli stoccate al segretario in pectore del Pd. Ecco una significativa carrellata. È il febbraio del 2011: Renzi rilascia alla Stampa un'intervista nella quale spiega di volersi smarcare dall'antiberlusconismo a tutti i costi e la prima voce polemica arriva proprio da de Magistris, all'epoca eurodeputato eletto grazie a Beppe Grillo e notissimo grazie ai numerosi passaggi televisivi nelle trasmissioni di Michele Santoro: "Noi dobbiamo fare un'opposizione durissima al berlusconismo – dichiarava l'ex pm di Catanzaro – e, nello stesso tempo, costruire un progetto per una nuova Italia". Pochi mesi dopo, è il maggio 2011, de Magistris commenta il famoso incontro tra Renzi e Silvio Berlusconi nella villa di Arcore: «Se il sindaco di Napoli per ragioni istituzionali deve incontrare il presidente del Consiglio lo incontrerà, come è giusto che sia, nelle sedi istituzionali, non ad Arcore». Ottobre 2011: l'ex pubblico ministero di "Why not" è al timone del Comune di Napoli già da qualche mese. E va giù duro contro il Pd: «I partiti personali non mi riguardano, ma sono anche stanco di sentire il ping-pong tra Renzi, Bersani e altri». E ancora: «Matteo Renzi rottama? Io scasso e ricostruisco. Renzi? Lo guardo con interesse e lo rispetto, ma non mi appassiona».
Arriva il 2012 e la posizione del sindaco "scassatutto" è sempre più aspra verso il suo collega toscano. Quando deve commentare i dati sul gradimento degli amministratori locali Luigi de Magistris dice di avere "più cose in comune" coi sindaci di Bari (Emiliano) e di Cagliari (Zedda); di Milano (Pisapia) e di Palermo (Orlando). Di Renzi nemmeno l'ombra. Dicembre 2012, ci sono le primarie del Pd per il candidato a presidente del Consiglio. De Magistris commenta così: «L'arrivo di Renzi? Spero che non si unisca alle proteste che ci sono nella nostra città». E ancora, a urne chiuse: «Di Renzi non condividevo lo spostamento a destra dello schieramento, il linguaggio mi sembrava molto più vicino alle esigenze dei poteri forti che ancora governano. Però – aggiunge per non rincarare la dose – rappresentava una novità». L'ultima, qualche giorno fa: appena Matteo Renzi è stato eletto, de Magistris ha posto il problema del suo doppio ruolo di sindaco e leader del Pd : «Se vuole conservare i due ruoli deve essere Superman», dichiara. Nelle ultime ore, però, forse preoccupato di potersi chiudere l'ennesima porta, dopo gli errori dei due anni precedenti, il primo cittadino partenopeo ha corretto il tiro. E voci di dentro a Palazzo San Giacomo riferiscono di segnali lanciati ai consiglieri comunali renziani per convincere il segretario democrat ad un incontro al Comune, con l'obiettivo di ottenere più attenzione per le sgarrupate casse dell'Ente partenopeo, sull'orlo del collasso finanziario.