Matteo Renzi, il vaccino e il Gran Premio del Bahrain: come sono andate davvero le cose
Non è vero che la presenza di Matteo Renzi domenica ai box del Gp di Formula Uno in Bahrain domenica 28 marzo dimostrerebbe che il senatore di Italia Viva è stato vaccinato contro il Covid. L’equivoco è nato a seguito di un’interpretazione errata del regolamento, che non tiene conto della diversità tra le norme cui era subordinato l’ingresso nel paddock, tra gli altri, del leader di Italia Viva e quelle per l’accesso del pubblico al circuito automobilistico.
Andiamo con ordine. Domenica 28 marzo le telecamere di Sky riprendono Renzi che parla con l’ex pilota Jean Alesi sulla pista del circuito, poco prima della partenza del Gran Premio. Qualche minuto dopo, anche il presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile Jean Todt posta su Twitter due foto che lo ritraggono a colloquio con Renzi e il principe Salman ben Hamad Al Khalifa, primo ministro del Bahrain. Le immagini rimbalzano in rete e riaccendono le polemiche sui viaggi e i rapporti internazionali dell’ex premier.
Qualche ora dopo, spunta un elemento in più. L’ex europarlamentare Daniele Viotti fa notare su Twitter che il regolamento ufficiale, pubblicato sul sito del circuito, prescriveva almeno una di due condizioni necessarie per chi voleva assistere alla gara: o aver contratto il Coronavirus ed essere guariti nel corso degli ultimi otto mesi, oppure aver ricevuto il vaccino contro il virus. Poiché non risulta che Renzi si sia ammalato, la conclusione che diversi politici e commentatori traggono è che per entrare nell’autodromo debba aver mostrato un certificato di avvenuta vaccinazione. Le cose però non stanno così.
Contattato da Fanpage.it, lo staff della comunicazione del Gp del Bahrain specifica alcune questioni. La prima e più importante è che le regole che impongono di essere vaccinati per assistere alla gara si riferiscono agli spettatori sugli spalti e non a personale e ospiti presenti in pista a ai box. Peraltro, nello specifico il regolamento in questione prescrive di mostrare il badge verde della BeAware Bahrain App. Si tratta della app di tracciamento dell’Emirato – una sorta di Immuni in salsa araba – attraverso cui appunto i residenti possono certificare anche una delle due situazioni descritte in precedenza: o la vaccinazione avvenuta o il pieno e recente recupero dalla malattia. Uno strumento, insomma, riservato alla popolazione locale e il cui utilizzo, dunque, non può certo essere imposto a tutto il giro multinazionale che si muove intorno ai Gran Premi.
Le regole della Fia
Per l’ingresso paddock alle aree gestite dalla Fia, invece, le norme che valgono sono altre. L’ufficio stampa del Gp ci spiega che in questo caso non si fa distinzione tra vaccinati e non vaccinati, ma ci si deve attenere alle linee guida stilate dalla Federazione Internazionale, aggiornate al 26 giugno 2020. Nel documento, pubblicato sul sito della Fia, a proposito dell’accesso al paddock si parla di ingressi scaglionati, distanziamento, igienizzazione. Nessun riferimento si fa, invece, ai vaccini né tantomeno alla loro obbligatorietà.
Vero è che le linee guida lasciano la possibilità agli organizzatori dei singoli Gran Premi di adottare misure più stringenti per le aree di gara. Ma, come detto, almeno nel caso del Bahrain per paddock e zone affini nessuno ha imposto l’obbligo di un certificato vaccinale. Dall’ufficio stampa di Italia Viva, fanno sapere che “gli invitati degli organizzatori, come pure tutti gli addetti ai lavori presenti nella struttura, dovevano presentare semplicemente il tampone negativo”. Si prosegue: “Il tampone al senatore Renzi è stato fatto in data 27-3-2021 alle ore 13.55 in Bahrein e ha dato esito negativo”. Lo staff renziano conferma poi che il senatore non è ancora vaccinato, come prevedono le procedure sanitarie in vigore nel nostro Paese.