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Matteo Renzi e il sostegno involontario di La7

Le primarie del Pd sono vicine. L’interesse senza colore netto colore politico per il sindaco di Firenze è così indefinibile che la rete televisiva, come è accaduto ieri a Otto e mezzo, lo sponsorizza senza rendersene conto.
A cura di Andrea Parrella
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La lotta per le primarie del centrosinistra è nel suo momento di massima intensità e oramai in dirittura d'arrivo, visto il termine ultimo di fine novembre. I sondaggi fanno a botte tra loro a seconda della provenienza, ma la risultante delle varie fonti è che Matteo Renzi e Pierluigi Bersani siano sempre più appaiati. In qualsiasi modo si concluda la corsa, sarà interessante capire come il Pd reagirà alla forza dirompente di Matteo Renzi che proviene da fonti che nella loro maggioranza non sono esattamente ascrivibili al Pd.

La dimostrazione che il seguito del sindaco di Firenze sia così varia, si direbbe l'ennesima, è stata la puntata di Otto e mezzo di ieri sera. Ospiti della serata Beppe Severgnini, in diretta da Chicago per commentare la vittoria di Obama alle Presidenziali americane, e Oscar Giannino, leader di Fermare il declino, la nuova compagine politica venutasi a formare concretamente solo di recente, con l'affermazione  dell'ultimo governo tecnico, ma che di fatto era in divenire da lungo tempo. I due si sono trovati in una situazione di compiacente divergenza in merito alla questione delle elezioni americane, constatando di avere un'idea diversa in merito al valore fattivo del peso umano e mediatico di Obama (per Severgnini fondamentale e riconosciuto da Giannino), rispetto alle manovre sulla spesa pubblica americana e l'innalzamento delle tasse dei prossimi anni (che facevano pendere Giannino verso Romney non convincendo troppo Severgnini). E' accaduto che il baricentro della discussione si è improvvisamente indirizzato sulla questione italiana quando il giornalista in trasferta ha parlato di uno scambio di tweet con Renzi durante l'attesa per la rielezioni di Obama.

E' così che è venuto fuori un improvviso endorsement in favore di Renzi, in qualche maniera accostato al presidente per questa capacità di portare avanti un progetto e di farlo con dirompente entusiasmo. Quindi Giannino non ha fatto altro che confermare la sua totale disponibilità ad appoggiare Renzi, qualora dovesse essere lui a vincere le primarie del Pd. E' solo una cosa sulla quale c'è bisogno di fare luce, per capire i giochi di forza, le voci in bilancio che motivano quello che all'inizio poteva sembrare un suicidio politico senza speranze: Renzi contro tutto l'organigramma del Partito democratico. Il sindaco di Firenze è tutto fuorché solo, ha con sé gli yuppies di Giannino, parte dei lettori del Corriere della sera e, cosa non da poco, quasi un'intera rete televisiva, come La7, che in maniera silente gli tiene il gioco. Ci si era già interessati alla questione la scorsa settimana, per quel filo chiamato Giorgio Gori che legherebbe Renzi a Cristina Parodi. Ma la cosa interessante, fatta eccezione per quest'esempio particolare, è che nella campagna pro-Adesso di La7 non pare esserci intenzionalità, proprio perché l'appoggio al sindaco proviene da campi indefinibili e non identificabili: ovvero la definizione da dizionario dell'elettorato di Renzi.

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