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Matteo Renzi assicura: “Non parteciperò alle primarie del Pd, ma serve un leader vero”

L’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, assicura che non si candiderà alle prossime primarie del Pd, ma sostiene la necessità che il prossimo segretario sia un vero leader, altrimenti c’è il rischio di un “partito senza spina dorsale”. E sulla candidatura di Zingaretti alla segreteria dice: “Non è detto sia quello che voterò io, ci saranno più candidati”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il congresso del Partito Democratico si avvicina e l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi assicura che non ci sarà di nuovo nella corsa alla segreteria. Allo stesso tempo, inoltre, non si sbilancia sul suo sostegno politico e mette in dubbio la possibilità che lui stesso voti quello che attualmente è l’unico candidato sceso ufficialmente in campo: il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “Non parteciperò alle primarie – afferma Renzi intervistato a Stasera Italia, su Rete 4 –. Mi sembra di aver già dato due volte, ho vinto due volte e due volte mi hanno fatto la guerra”. A chi gli chiede se voterà per Zingaretti poi risponde: “Non è detto sia quello che voterò io, ci saranno più candidati”. Ma assicura che chi vincerà le primarie “il giorno dopo deve avere l'appoggio di tutti. A me hanno fatto la guerra: il fuoco amico ha fatto fallire per due volte il Pd”. E ribadisce l’importanza della figura del nuovo segretario: “Senza un leader vero nel Pd avrete sempre un partito senza spina dorsale”.

Renzi annuncia che sarà presente il 29 settembre alla manifestazione organizzata dal Pd contro il governo: “Ci sarò. Dopo di che la piazza non basta, serve una resistenza culturale. Noi faremo in ogni comune i comitati civici cittadini contro chi dice ‘no' a tutto”. E aggiunge, attaccando il governo: “Il problema dell'Italia non è la sinistra, il problema dell'Italia è che abbiamo un Paese dove ci sono due componenti di populisti che vanno d'accordissimo. Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono due cuori e una capanna, Dio li fa e poi li accoppia. Fanno finta di litigare e poi vanno d'accordissimo”.

E, ancora, critica l’esecutivo per la gestione della vicenda della nave Diciotti: “Tenere 177 persone su una nave per raggranellare qualche voto è una cosa che mi fa schifo”. Prima di rivolgersi al ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “In Libia ora ci sono gli attentati, quando c'era Minniti andava una volta al mese in Libia mentre il ministro va a Milano Marittima: il risultato è che l'Italia non tocca più palla. Un mojito in meno, caro ministro dell'Interno, e fai un viaggio di più in Libia che serve all'Italia”.

Il crollo del Ponte Morandi: ‘Non mi sento in colpa’

Renzi parla anche del crollo del Ponte Morandi a Genova: “Penso che si debba avere il coraggio di dire che ci sono i colpevoli e che devono pagare. Se crolla un ponte in quel modo assurdo nel 2018 non si può, come ha fatto il governo, dare la colpa a chi c'era prima, come hanno fatto Di Maio e Toninelli. Ci vuole un colpevole o si alimenta la demagogia. Basta scaricabarile sul politico o i politici”. L’ex segretario del Pd spiega anche di non sentirsi in colpa per quanto avvenuto e aggiunge: “Il Pd non ha preso un euro da Autostrade. I soldi li ha presi la Lega. Ma io non do la colpa alla Lega ma a un ingegnere che non ha vigilato. Chi ha sbagliato paghi, ma non si spari nel mucchio”.

Il fronte da Macron a Tsipras per le Europee

Con l’avvicinamento delle elezioni europee del 2019, Renzi si sofferma anche su questa tornata elettorale: “Le elezioni le vincerà un fronte che va da Macron a Tsipras. Alle prossime elezioni si confronteranno due idee di Europa: da una Salvini, Orban e anche M5s che sta con Farage. Dall'altra chi all'Europa ci crede ancora, l'Europa della solidarietà”.

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