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Mattarella visita il campo di concentramento di Auschwitz: “Odio e razzismo sono ancora in agguato”

“L’odio, il pregiudizio, il razzismo, l’estremismo e l’indifferenza, il delirio e la volontà di potenza sono ancora oggi in agguato”: è il monito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, oggi in visita al campo di concentramento di Auschwitz.
A cura di Annalisa Girardi
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Odio e razzismo sono ancora in agguato. Lo ha detto Sergio Mattarella, oggi in visita al campo di sterminio di Auschwitz in Polonia. "Oggi più che mai, nel riproporsi di temi e argomenti che avvelenarono la stagione degli anni Trenta del secolo scorso con l'infuriare dell'inumana aggressione russa all'Ucraina, la memoria dell'Olocausto rimane un monito perenne che non può essere evaso", ha detto il presidente della Repubblica, sottolineando che "l'odio, il pregiudizio, il razzismo, l'estremismo e l'indifferenza, il delirio e la volontà di potenza sono in agguato, sfidano in permanenza la coscienza delle persone e dei popoli".

Il Capo dello Stato ha anche ricordato come ad Auschwitz furono assassinate dai nazisti oltre un milione di persone. "Nei campi nazisti, oltre a milioni di ebrei, anche oppositori politici, sinti, rom, disabili, omosessuali trovarono la morte nelle camere a gas, per il freddo, la fatica, la fame e la malattia o, ancora, perché vittime di esperimenti criminali. Cittadini innocenti di ogni Paese d'Europa furono tradotti bestialmente a questo luogo di morte. Un immenso cimitero senza tombe", ha aggiunto.

Mattarella ha quindi spiegato di essersi voluto recare in visita al campo di concentramento per rendere omaggio alla memoria di tutti coloro che furono assassinati "da un regime sanguinario come quello nazista che, con la complicità dei regimi fascisti europei che consegnarono propri concittadini ai carnefici, si macchiò di un crimine atroce contro l'umanità". E ancora: "Un crimine che non può conoscere né oblio né perdono".

Il presidente della Repubblica, accompagnato dalle sorelle Tatiana e Andra Bucci, sopravvissute al lager nazista, ha anche deposto una corona di fiori davanti al muro delle fucilazioni. Ad accompagnare la delegazione del Quirinale c'era anche un gruppo di studenti. Rispondendo alla domanda di una ragazza, che gli chiedeva cosa avesse provato ad essere lì, Mattarella ha risposto: "Già studiarlo, e l'ho fatto molto a lungo, è impressionante ma vederlo è un'altra cosa. È già straziante leggere e vedere nei video le testimonianze, ma vederlo è un'altra cosa, che dà la misura dell'inimmaginabile. Vedere quelle scarpe, vedere quelle scarpette dei bambini, dei neonati sono cose inimmaginabili e bisogna continuare a ricordare e bisogna ricordare che quello che vediamo è una piccola parte".

Nel frattempo, sono scoppiate le polemiche per le parole del ministro Francesco Lollobrigida in merito alla sostituzione etnica e dall'opposizione qualcuno ha fatto notare che si tratta di frasi quantomeno discutibile che arrivano propio mentre Mattarella è in visita nel campo di sterminio nazista. "Le parole del ministro Lollobridiga sono disgustose. Ci riportano agli anni '30 del secolo scorso sono parole che hanno il sapore del suprematismo bianco. Mi auguro che il governo prenda le distanze da queste dichiarazioni fatte per altro nel giorno in cui il presidente Mattarella si trova in visita ad Auschwitz", ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein.

"Nel giorno in cui il presidente Mattarella visita Auschwitz, Lollobrigida evoca un fantomatico pericolo di "sostituzione etnica". Non sono solo parole indegne per un ministro, sono un insulto alla memoria, un vero e proprio incitamento all'odio razziale. Si deve scusare", ha scritto invece su Twitter il deputato dem Alessandro Zan, nuovo membro della segreteria nazionale del Partito Democratico con delega ai diritti.

"Avere al governo del Paese esponenti politici come Lollobrigida, come la stessa presidente Meloni e il ministro Salvini che usano i peggiori teoremi della razza, tipici della destra suprematista e complottista, che sono stati di ispirazione a numerosi attentati, deve farci riflettere su quanto sia in crisi la nostra democrazia. Soprattutto se queste parole vengono pronunciate il giorno in cui il nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella è in vista ad Auschwitz", ha commentato invece il segretario di +Europa, Riccardo Magi.

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