Mattarella visita a sorpresa scuola elementare a Palermo dopo gli insulti razzisti a due bambini
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato in visita a sorpresa alla scuola De Amicis-Da Vinci di Palermo, dopo aver appreso che due alunni, originari del Ghana e delle Mauritius, avevano subito insulti razzisti.
I due bambini erano stati oggetto di commenti a sfondo razzista mentre si trovavano davanti a una libreria, a Palermo, dove si erano recati con altri compagni per raccogliere fondi destinati all'acquisto di libri nell'ambito dell'iniziativa "Io leggo perché".
"Voi siete una scuola che con la cultura, con la lettura, con la musica, con tante altre iniziative di crescita culturale esprime i valori veri della convivenza nel nostro paese e nel mondo, che è sempre più unito, sempre più connesso e sempre più senza confini. Ed è una ricchezza quella di crescere insieme, scambiarsi opinioni, abitudini e idee, ascoltare gli altri, far crescere. E voi lo state facendo. Per questo complimenti e auguri", ha dichiarato Mattarella.
Secondo quanto si apprende il capo dello Stato si è intrattenuto in particolare con i bambini della 5° C, tra i quali ci sarebbero gli alunni vittime degli insulti razzisti. I bambini hanno rivolto al Presidente alcune domande, consegnandogli dei doni. Nell'aula magna dell'istituto poi, l'orchestra dei ragazzi della secondaria ha suonato alcuni brani di fronte al Presidente.
"Vivere insieme e dialogare fa crescere. Rivolgo un sentito grazie ai vostri insegnanti. Insegnare è un'impresa difficile, ma esaltante", ha detto Mattarella. "La musica, così come un'altra cosa in cui siete impegnati con l'iniziativa sui libri, la cultura – ha aggiunto – sono il veicolo della vita, della convivenza, dell'apertura, della crescita personale e collettiva tutti quanti insieme. È quello che state facendo in questa scuola ed è per me davvero un bel motivo di soddisfazione essere qui e farvi i complimenti".
"Sapete che io ogni anno vado in una scuola per l'apertura dell'anno scolastico, ma non è frequente che vada poi in altre occasioni a visitare delle scuole. Sono lietissimo di venire in questa, questa mattina, per salutare le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi e ringraziarvi per quello che fate, facendovi gli auguri per il vostro futuro, per i vostri studi, per quello che sviluppate. E ringrazio ancora una volta i vostri insegnanti per quello che vi trasmettono, per come vi guidano nell'accrescimento culturale", ha detto ancora.
Durante il colloquio con Mattarella, al Presidente è stato chiesto quale lavoro avrebbe voluto fare. "Io sono vecchio – ha risposto – il mio lavoro non è quello che faccio adesso, il mio lavoro abituale era quello di insegnare Diritto costituzionale all'Università, ma ormai non lo faccio più da tempo", ha risposto. "Questo impegno che svolgo ora non è un lavoro, è un impegno per la nostra comunità nazionale. È faticoso, però è interessante perché consente di stare in contatto con la nostra società, con tutti i cittadini di ogni origine, ed è una cosa di estremo interesse", ha spiegato.
Entusiasmo per la visita inattesa anche dalla preside del plesso, Giovanna Genco. "È andato tutto molto bene. Il presidente ha incontrato la comunità scolastica e i ragazzi erano felici. Non sapevano della visita e hanno scoperto che l'ospite era speciale quando lo hanno visto", ha commentato la docente."Abbiamo parlato di cultura lettura e musica, perché la nostra scuola è a indirizzo musicale. Il presidente ha ascoltato i ragazzi suonare e si è soffermato con una classe", ha raccontato. "Gli scolari hanno chiesto al presidente quali fossero i suoi sogni e che lavoro desiderasse fare da bambino. Lui ha risposto che avrebbe voluto fare il medico ma che nella vita si cambia", ha concluso.