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Mattarella si taglia lo stipendio (e mette un tetto a quello dei suoi collaboratori)

Il Presidente della Repubblica ha anche “disposto l’applicazione, all’interno della Presidenza della Repubblica del tetto alle retribuzioni previsto dalla legge per i pubblici dipendenti”. Lo comunica una nota del Quirinale.
A cura di Redazione
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Nel giorno in cui il Presidente della Repubblica torna ad esprimere il suo pensiero, con una lettera aperta scritta in occasione della nona Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia istituita dal Parlamento Europeo (ribadendo che “le discriminazioni, le violenze morali e fisiche, non sono solo una grave ferita ai singoli ma offendono la libertà di tutti, insidiano la coesione sociale, limitano la crescita civile”), emerge un nuovo particolare della sua attività istituzionale. Come reso noto dal Quirinale, infatti, il Presidente della Repubblica ha disposto l'introduzione del divieto di cumulo delle retribuzioni con trattamenti pensionistici erogati da pubbliche amministrazioni per tutti i soggetti che svolgono funzioni all'interno della Presidenza della Repubblica. Con tale scelta, operata già alla fine di febbraio ma ufficializzata poche ore fa, si determina anche “la riduzione dell'assegno a lui spettante per legge, in corrispondenza dell'ammontare del suo trattamento pensionistico”.

Va detto che il divieto di cumulo, previsto dalla legge 27 dicembre 2013, n. 147, art. 1, comma 489, non era “per sua espressa disposizione, direttamente vincolante nei confronti degli organi costituzionali e come tale la stessa non risultava recepita nell'ordinamento della Presidenza della Repubblica”. Dunque il divieto di cumulo non era applicato per i collaboratori della Presidenza della Repubblica, così come non vi era applicazione del tetto agli stipendi dei manager della Pubblica Amministrazione. Con il decreto di Mattarella cambia anche questa condizione, come si legge nella nota del Quirinale: “Il Presidente della Repubblica ha disposto l'applicazione, all'interno della Presidenza della Repubblica del tetto alle retribuzioni previsto dalla legge per i pubblici dipendenti, anch'esso non direttamente vincolante per gli organi costituzionali. Dai due provvedimenti deriva un consistente risparmio di risorse pubbliche”.

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