Mattarella risponde agli studenti e ammette: “Più volte ho promulgato leggi che ritenevo sbagliate”
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto di aver promulgato delle leggi che non condivideva. "Sì ho adottato decisioni che non condivido, è capitato più volte, il presidente promulga leggi ed emana decreti, ma ha delle regole che deve rispettare. Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune, ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità. In quel caso ho il dovere di non promulgare, ma devono essere evidenti, un solo dubbio non mi autorizza a non promulgare", ha detto rivolgendosi agli studenti, all’evento '25 anni di Osservatorio Permanente Giovani-Editori', presieduto da Andrea Ceccherini.
Difficile non pensare subito alla legge sull'autonomia differenziata, anche se il Capo dello Stato non fa riferimento a una norma in particolare. La legge a firma di Calderoli era stata promulgata da Mattarella a giugno, e proprio ieri è stata parzialmente bocciata dalla Corte Costituzionale. Ma naturalmente sullo sfondo di queste dichiarazioni c'è anche lo scontro tra magistrati e governo, che nelle ultime settimane si è concentrato soprattutto sui migranti, e i conseguenti attacchi che arrivano anche dall'estero, come quello di Elon Musk.
Durante l'evento, il Presidente della Repubblica ha risposto alle domande dei ragazzi su vari temi, dall'intelligenza artificiale all'importanza dell'informazione, dai rischi delle tecnologie al ruolo di ‘arbitro' del Quirinale, fino ai rapporti fra le istituzioni. Rispondendo a una domanda di uno studente sul ruolo del Quirinale, Mattarella ha detto: "Essere arbitro significa sollecitare al rispetto delle regole tutti gli altri organi costituzionali dello Stato e significa ricordare a tutti i limiti delle proprie attribuzioni e delle sfere in cui operano. Vale per il potere esecutivo, legislativo, giudiziario. Ciascun organo deve sapere che ha dei limiti da rispettare" e a farlo per primo è proprio l'inquilino del Colle perché "per fortuna la nostra non è una monarchia ma una Repubblica: il Capo dello Stato ha i suoi limiti e la democrazia vive di regole che non devono essere violate".
I poteri dello Stato, ha sottolineato, "non sono fortilizi contrapposti che cercano di sottrarre territorio l'uno all'altro ma devono collaborare ciascuno nel suo compito, rispettando quello degli altri".
Cosa ha detto Mattarella sulla libertà d'infomazione
L'occasione dell'anniversario dell'Osservatorio giovani editori è utile poi a richiamare il tema della libertà di informazione: Il diritto dovere di informare e di essere informati, garantito dall’art.21 della nostra Costituzione, riguarda tutti: i cittadini possono formarsi un’opinione autentica solo se viene garantita un’informazione libera, indipendente e plurale, in cui la funzione professionale dei giornalisti, anche in omaggio alla fondamentale legge istitutiva dell’Ordine, è quella di certificatori di verità, mentre ai media permane il compito di essere i ‘cani da guardia' della democrazia",
"L'informazione non è un prodotto, ma un bene essenziale. Saper distinguere il vero dal falso è indispensabile, così come scongiurare il rischio che, per i nativi digitali, l'informazione coincida con flussi ininterrotti di notizie senza analisi critica", ha ricordato. "L'obiettivo principale deve essere sviluppare l'intelligenza delle persone – sottolineato il Capo dello Stato -, perché ad essa si accompagnano consapevolezza e coscienza, di cui le macchine sono prive. Vi risiede l'importanza della coscienza dei valori di libertà e democrazia".
Nel suo intervento ha affrontato anche il tema dell'intelligenza artificiale: "L'intelligenza artificiale ci aiuta enormemente, con opportunità nella medicina, nella salute, in ogni campo. Ma deve essere orientata in queste direzioni, occorre che vi sia una ragionevolezza, è uno strumento che cambia la nostra vita, anche il nostro modo di ragionare. Occorre attrezzarsi per essere preparati, perché sia uno strumento che garantisca maggiori libertà e opportunità, evitando che ci renda prigionieri di un meccanismo che depaupera la coscienza umana".