Mattarella: “La Repubblica conta sui suoi militari per la sicurezza e la pace”
"La Repubblica sa di poter fare affidamento sui suoi militari per la propria sicurezza e per sostenere la pace e la giustizia internazionale. Agli Ufficiali, Sottufficiali, graduati, militari di truppa e personale civile della Difesa esprimo l'ammirazione del Paese e il piú sentito ringraziamento". Così stamattina il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha aperto la celebrazione della giornata dell'Unità nazionale e delle Forze Armate. Il Capo dello Stato ha deposto una corona di alloro sulla lapide dei Caduti del Quirinale e reso onore alle bandiera. Subito dopo, un'esibizione delle Frecce tricolori ha solcato il cielo della Capitale.
Ad accompagnare Mattarella alla'Altare della Patria, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il capo della Polizia Alessandro Pansa, il neo commissario straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca, il prefetto della capitale, Franco Gabrielli, e il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti.
Terminata la cerimonia, il presidente della Repubblica ha consegnato le Croci di Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia alla Bandiera d'Arma della Marina militare e delle Forze navali e alle Bandiere di Guerra del 51° e 32° Stormo dell'Aeronautica militare e del Corpo della Guardia di Finanza. L'onoreficenza è stata motivata con la "straordinaria abnegazione, professionalità, elevatissima perizia marinaresca ed eccezionale umanità, una instancabile e meritoria missione di contrasto all'uso illegittimo dell'alto mare ed al tempo stesso di salvaguardia della vita umana" delle Forze della Marina militare nell'operazione Mare Nostrum: "Sovente esponevano la propria vita a manifesto pericolo in condizioni estreme, per catturare unità ed equipaggi dediti al traffico illecito di migranti in mare. Salvando oltre centocinquantamila persone ha meritato l'incondizionato plauso della Nazione e della Comunità internazionale, dando lustro e prestigio alla Forza Armata e all'Italia".
"Il 4 novembre segna la data in cui finalmente si pose termine alla guerra che doveva coronare con Trento e Trieste il sogno risorgimentale dell'unità nazionale – ha detto il presidente della Repubblica – Ricordiamo con rinnovata commozione il sacrificio di tanti giovani chiamati alle armi, le cui vite vennero spezzate nell'immane tragedia e le sofferenze delle popolazioni civili coinvolte negli eventi bellici". Per Mattarella, "in questo lungo percorso le Forze Armate italiane, al servizio del Paese, hanno operato con abnegazione e valore per assicurare il mantenimento della sovranità nazionale e dell'integrità territoriale, del diritto internazionale. Ne è straordinaria dimostrazione l'impegno che uomini e donne in uniforme profondono nell'assolvimento dei compiti loro assegnati sia nelle delicate operazioni di mantenimento della pace in teatri esteri, sia sul suolo patrio in concorso alle Forze di Polizia ed in soccorso alla popolazione colpita da calamità naturali". Il Capo dello Stato ha voluto sottolineare l'obiettivo di "conferire il massimo impulso allo sviluppo delle capacità operative e delle componenti umane e tecniche": "Lo strumento militare nazionale – ha detto – è oggi oggetto di una profonda trasformazione i cui lineamenti sono stati tracciati nel Libro Bianco per la sicurezza e la difesa, per consentire alle Forze Armate di servire meglio il Paese, operando con efficacia ed efficienza in un contesto di rapidi e continui mutamenti che coinvolgono l'intero scenario internazionale".
Nel suo discorso, infine, Mattarella ha ricordato i due marò: "Molti sono gli ambiti del nostro impegno nelle missioni all'estero. Tra di essi il servizio dei fucilieri di marina La Torre e Girone ai quali confermo pieno sostegno".
Durante la cerimonia, ha voluto lasciare un messaggio anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti, che ha ricordato che "la ricorrenza del 4 novembre, oltre alla vittoriosa conclusione della Prima guerra mondiale, porta alla mente anche il ricordo doloroso delle devastazioni e dei lutti subiti dal popolo italiano in quel drammatico momento. Quella vittoria, infatti, costò sacrifici e umiliazioni, ma sul Piave e nelle trincee del Monte Grappa, nei nostri cieli e nei nostri mari, soldati, marinai e aviatori seppero scrivere pagine di altissimo valore, rivendicando quel sentimento di identità nazionale che avrebbe portato gli italiani a sentirsi, per la prima volta, parte di un unico popolo". A cento anni di distanza da questi fatti, "il mondo è profondamente cambiato, ma resta ferma la certezza che le Forze armate rappresentino per l'Italia, ora come allora, un patrimonio dal valore inestimabile, perché custodi dei principi di riferimento della nostra società", ha concluso il ministro.