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Mattarella: “Il vaccino è un dovere civico e morale, necessario negli spazi comuni”

Il Presidente della Repubblica ha chiuso la cerimonia del Ventaglio, lanciando un messaggio chiaro a tutti gli italiani: “La vaccinazione è un dovere morale e civico”. La pandemia di Covid “non è ancora alle nostre spalle”, ha spiegato Mattarella, “il virus è mutato e si sta rivelando ancora più contagioso”. E rispetto a chi decide di non vaccinarsi ha commentato: “Non può valere negli spazi comuni e negli ambienti condivisi”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il vaccino è un dovere. Il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non poteva essere più chiaro di così. Il capo dello Stato è intervenuto chiudendo la cerimonia del Ventaglio al Quirinale, davanti ad una platea di giornalisti, ripercorrendo gli ultimi anni, condizionati soprattutto dall'emergenza Covid: "Con il dilagare di questo virus insidioso e sconosciuto, i bisogni e le domande dei cittadini di tutto il mondo si sono riversate sui governi con una drammaticità inedita – ha cominciato Mattarella – Abbiamo vissuto un anno difficile, mesi drammatici". Poi, "lentamente e non senza contraddizioni, sono stati individuati due filoni che ci hanno permesso di incamminarci sulla via dell'uscita dalla crisi: la campagna di vaccinazione e la scelta di mettere in campo ingenti sostegni pubblici per contenere le conseguenze delle chiusure e dei distanziamenti a livello economico, produttivo, occupazionale". Si è trattato di "due strade che hanno consentito speranza e fiducia".

Il Presidente della Repubblica ha voluto lanciare un messaggio chiaro a tutti i cittadini: "La pandemia non è ancora alle nostre spalle – ha spiegato – Il virus è mutato e si sta rivelando ancora più contagioso, più si prolunga il tempo della sua ampia circolazione, più frequenti e pericolose possono essere le sue mutazioni". La strada possibile a questo punto è solo una: "Soltanto grazie ai vaccini siamo in grado di contenerlo – ha sottolineato Mattarella – Il vaccino non ci rende invulnerabili ma riduce grandemente la possibilità di contrarre il virus, la sua circolazione e la sua pericolosità, per queste ragioni la vaccinazione è un dovere morale e civico". La libertà è una condizione "irrinunciabile", ma chi oggi la limita è "il virus", non "gli strumenti e le regole per sconfiggerlo". Poi il capo dello Stato ha avvisato: "Se la legge non dispone diversamente si può dire ‘in casa mia il vaccino non entra', ma non lo si può dire per gli ambienti comuni e per gli spazi condivisi, dove le altre persone hanno il diritto che nessuno porti un pericolo di contagio". Perché quelle persone preferiscono dire: "In casa mia non entra il virus".

Sergio Mattarella ha richiamato tutti ad un forte "senso di comunità", ad un "senso di responsabilità collettiva". Il Presidente della Repubblica ha sottolineato che "nessuna società è in grado di sopportare un numero di contagi molto elevato, anche nel caso in cui gli effetti su molta parte dei colpiti non fossero letali". Perciò "senza attenzione e senso di responsabilità rischiamo una nuova paralisi della vita sociale ed economica", quindi "nuove chiusure" e "ulteriori conseguenze per le famiglie e per le imprese". Il capo dello Stato ha riservato un'attenzione particolare alla scuola: "La pandemia ha imposto grandi sacrifici in tanti ambiti, ma sottolineo quelli del mondo della scuola – ha continuato – Occorre tornare a una vita scolastica ordinata e colmare le lacune che si sono formate". Per il Presidente Mattarella "il regolare andamento del prossimo anno scolastico deve essere un'assoluta priorità".

Il Presidente della Repubblica ha voluto guardare anche al futuro, nel suo discorso, parlando dell'arrivo delle risorse del Next Generation Eu: "Gli interventi e le riforme programmate devono adesso diventare realtà – ha sottolineato – Non possiamo fallire, è una prova che riguarda tutto il Paese, senza distinzioni". Mattarella ha richiamato l'attenzione delle forze politiche: "Quando si pongono in essere interventi di così ampia portata, destinati a incidere in profondità e con effetti duraturi, occorre praticare una grande capacità di ascolto e di mediazione", ma poi "bisogna essere in grado di assumere decisioni chiare ed efficaci, rispettando gli impegni assunti". E ancora: "Conto che le forze politiche continuino a lavorare nella doverosa considerazione del bene comune del Paese, che non si smarrisca la consapevolezza dell'emergenza che tuttora l'Italia sta attraversando".

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