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Mattarella dice che la democrazia è in affanno: “Non si violino diritti delle minoranze per governare”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato delle “difficoltà” che attraversa la democrazia oggi, con delle parole che alcuni hanno collegato alla riforma del premierato: i principi democratici, ha detto, non vanno distorti “in nome del dovere di governare”.
A cura di Luca Pons
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In un discorso alla Settimana sociale dei cattolici, a Trieste, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato della democrazia, sottolineando che "non è mai conquistata per sempre" e che deve in ogni caso tutelare i diritti delle minoranze, senza "restringerli" o "distorcerli" semplicemente "in nome del dovere di governare". Parole che alcuni hanno interpretato come un riferimento alla riforma del premierato, approvata in prima lettura dal Senato: con il premierato dovrebbe arrivare anche una legge elettorale fortemente maggioritaria, che quindi ‘forzi' il risultato delle elezioni in modo da assicurare la maggioranza a uno degli schieramenti, ‘in nome' appunto della stabilità necessaria per governare.

Il capo dello Stato, comunque, ha evitato ogni riferimento esplicito a riforme o eventi della politica contemporanea. Facendo una riflessione più ampia, ha ricordato che tra le "condizioni minime" della democrazia ci sono i "limiti alle decisioni della maggioranza, nel senso che non possano violare i diritti delle minoranze".

Mattarella ha parlato dell'astensionismo che si è registrato alle ultime elezioni: "Si può pensare di arrendersi, ‘pragmaticamente', al crescere di un assenteismo dei cittadini dai temi della cosa pubblica? Può esistere una democrazia senza il consistente esercizio del ruolo degli elettori?" E ancora: "Occorre adoperarsi concretamente affinché ogni cittadino sia nelle condizioni di poter, appieno, prendere parte alla vita della Repubblica". Tutte le parti hanno il "compito di far sì che tutti prendano parte alla vita della sua società e delle sue istituzioni".

Anche perché se "l’esercizio democratico si attenua", allora nascono "democrazie imperfette" che "vulnerano le libertà". Questo può succedere quando "si manifesta una partecipazione elettorale modesta", come avviene in Italia progressivamente da anni. Oppure dove "il principio ‘un uomo-un voto' venga distorto attraverso marchingegni che alterino la rappresentatività e la volontà degli elettori". Anche questo è sembrato un riferimento a una eventuale riforma elettorale fortemente maggioritaria, per quanto il capo dello Stato non abbia dato indicazioni particolari. Ancora di più, le libertà sarebbero limitate "ipotizzando democrazie affievolite, depotenziate da tratti illiberali".

"Non si può", ha aggiunto il capo dello Stato, "ricorrere a semplificazioni di sistema o a restrizioni di diritti ‘in nome del dovere di governare'". Infatti, "una democrazia ‘della maggioranza' sarebbe, per definizione, una insanabile contraddizione".

Ci troviamo, ha concluso Mattarella, in un'epoca in cui "avvertiamo tutta la difficoltà, e a volte persino un certo affanno, nel funzionamento delle democrazie. Oggi constatiamo criticità inedite, che si aggiungono a problemi più antichi. La democrazia non è mai conquistata per sempre".

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