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Mattarella dice che bisogna proteggere e garantire i diritti delle persone, non delle etnie

Il Presidente della Repubblica è intervenuto sul dibattito sulle etnie sollevato dal ministro Lollobrigida: “È la persona, e non l’appartenenza a un gruppo etnico, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e di protezione”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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I diritti universali appartengono a tutte le persone, non a determinate "etnie". Nelle celebrazioni dei 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni, il Presidente Mattarella manda un messaggio chiaro e difficilmente fraintendibile, che si inserisce nel dibattito intorno alle frasi del ministro Lollobrigida su etnia e razza. "È la persona, in quanto figlia di Dio, e non la stirpe, l'appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e di protezione – ha detto il capo dello Stato citando la visione di Manzoni – È l'uomo in quanto tale, non solo in quanto appartenente a una nazione, in quanto cittadino, a essere portatore di dignità e di diritti".

In questo la Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo del 1948 è "una carta fondamentale, nata dopo gli orrori della Seconda Guerra mondiale, che individua la persona umana in sé, senza alcuna differenza, come soggetto portatore di diritti, sbarrando così la strada a nefaste concezioni di supremazia basate su razza, su appartenenza, e, in definitiva, sulla sopraffazione, sulla persecuzione, sulla prevalenza del più forte – ha sottolineato Mattarella – Concetti e assunti che sono espressamente posti alla base della nostra Costituzione repubblicana".

Mattarella ha parlato anche della propaganda e della ricerca di consenso: "Sono perniciosi gli umori delle folle anonime, i pregiudizi, gli stereotipi e si corrono rischi quando i detentori del potere si adoperano per compiacerli a ogni costo, cercando solo un effimero consenso – ha continuato il capo dello Stato – Un combinato micidiale, che invece di generare giustizia, ordine e prosperità produce tragedie, lutti e rovine". Perciò è necessario riflettere sulla tendenza, in tutto il mondo, da parte delle classi dirigenti ad assecondare "la propria base elettorale o di consenso e i suoi mutevoli umori, registrati di giorno in giorno attraverso i sondaggi, piuttosto che dedicarsi a costruire politiche di ampio respiro, capaci di resistere agli anni e di definire il futuro".

A una richiesta di commento, il ministro Lollobrigida si è tirato indietro: "Il presidente della Repubblica si ascolta, si rispetta e non si commenta se non per l'importanza fondamentale che ha dato a un grande scrittore simbolo della storia patria come Manzoni", ha risposto ai cronisti che lo avevano contattato al telefono.

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