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Elezione del Presidente della Repubblica 2022

Mattarella chiude la porta al bis al Quirinale: non sarà di nuovo Presidente della Repubblica

Sergio Mattarella si è recato oggi in visita al corpo diplomatico e ha definito l’occasione un “commiato”, lasciando poco margine di interpretazione sulla sua volontà per quanto riguarda un secondo mandato al Colle.
A cura di Annalisa Girardi
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Sergio Mattarella ha chiarito in diverse occasioni di non essere disponibile per un secondo mandato al Quirinale. E anche se da diverse parti c'è chi continua a chiedergli di ripensarci in modo da non scombinare gli equilibri (delicati) nella maggioranza, il presidente della Repubblica non avrebbe alcuna intenzione di tornare sui suoi passi. Oggi si è recato in visita al corpo diplomatico e ha definito l'occasione un "commiato", lasciando poco margine di interpretazione della sua volontà per quanto riguarda il Colle.

Non solo: Mattarella oggi ha anche avuto un colloquio di circa tre quarti d'ora con Papa Francesco, una visita di congedo in vista della fine del settennato. Il segretario di Stato vaticano ha commentato: "È sempre triste quando ci si congeda, ma la visita è stata improntata ad un senso di gratitudine sua per quello che ha fatto nel settennato ma anche per i rapporti con la Santa Sede e con la Chiesa in Italia".

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Insomma Mattarella, con le sue visite di saluto, non perde l'occasione per ricordare alle forze politiche di essere pronto a lasciare il Colle. I partiti, nel frattempo, hanno dato inizio alle trattative e cercano di trovare un nome comune. Ovviamente una figura che gode di un consenso decisamente ampio è Mario Draghi, che ha raggruppato a governo una maggioranza variegata e che rimane uno dei nomi più papabili per il Quirinale.

Chiaramente una sua salita al Colle aprirebbe tutta una serie di incognite sulla maggioranza e sul suo futuro prima del 2023. Per molti, infatti, Draghi è l'unico capace di tenere insieme a Palazzo Chigi forze politiche così distanti tra loro. E una nuova frammentazione del governo rischierebbe di dare un segnale sbagliato all'estero, in primis all'Unione europea, per cui traballerebbe la fiducia sulla ripresa del nostro Paese. Al momento, però, un altro nominativo condiviso ad ampio raggio non è stato messo sul tavolo: nelle prossime settimane riprenderanno le trattative tra i partiti, anche se l'esito per ora rimane lontano dall'essere scontato.

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