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Mattarella chiede non rieleggibilità Capo dello Stato: ‘semestre bianco’ può causare “effetti gravi”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella invoca la non rieleggibilità per il Capo dello Stato. Citando Segni, il Presidente della Repubblica ha detto che il ‘semestre bianco’ “‘altera il difficile e delicato equilibrio tra poteri dello Stato e può far scattare la sospensione del potere di scioglimento delle Camere in un momento politico tale da determinare gravi effetti'”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Secondo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il semestre bianco, che impone l'impossibilità di sciogliere le Camere negli ultimi sei mesi di mandato, può "alterare" l'equilibrio tra poteri dello Stato in un momento politico difficile. Lo ha detto questa mattina ricordando la nascita, 130 anni fa, di un altro Presidente della Repubblica, Antonio Segni.

Mattarella ha citato uno dei messaggi alle Camere del suo predecessore, in cui si sottolineava l'opportunità di introdurre in Costituzione la ‘non rieleggibilità' del Capo dello Stato. Questa modifica potrebbe eliminare ogni ombra sull'operato del Presidente della Repubblica, le cui azioni non potrebbero in alcun modo favorire una sua rielezione. In teoria un Capo dello Stato, prima della conclusione del suo settennato, potrebbe sciogliere un Parlamento non favorevole alla sua rielezione o all'elezione di un candidato da lui appoggiato.

Introducendo la non rieleggibilità si potrebbe invece cancellare la disposizione dell'art.88 comma 2 della Costituzione, che appunto impedisce al Presidente della Repubblica di sciogliere le Camere negli ultimi sei mesi del suo mandato (a meno che questo non coincida con gli ultimi sei mesi della legislatura). E proprio di ‘semestre bianco' si discute in questo periodo, da quando è stata aperta la crisi di governo. Le eventuali elezioni anticipate infatti non potrebbero avvenire più tardi di giugno, dopo non sarebbe più possibile sciogliere il Parlamento: il 3 agosto inizia infatti il semestre bianco, che si concluderà con l'elezione del successore di Sergio Mattarella. Per questo il Capo dello Stato ha richiamato nei giorni scorsi i partiti, chiedendo di trovare al più presto un accordo politico in grado di ridare stabilità al Paese, con un esecutivo solido.

"Ricorrono centotrenta anni dalla nascita di Antonio Segni, personalità politica eminente nell'Italia della riconquistata libertà e della costruzione democratica, uomo tenace, eletto Presidente della Repubblica nel maggio 1962 per un mandato che, a causa di una grave e improvvisa malattia, venne interrotto dopo poco più di due anni e mezzo". Così lo ricorda il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una nota.

Mattarella sottolinea che "erano anni nei quali prendeva via via corpo la piena attuazione dei principi e delle disposizioni della Carta costituzionale e fu proprio durante il primo governo Segni che avvenne l'insediamento della Corte Costituzionale".

"Esercitò sempre e sino in fondo le prerogative a lui attribuite dalla Costituzione, inaugurando, per la prima volta, la facoltà di indirizzare messaggi presidenziali al Parlamento secondo quanto previsto dall'art. 87. In occasione dell'avvio della IV legislatura repubblicana, il presidente Segni ritenne infatti di segnalare l'opportunità di intervenire sui meccanismi di elezione e nomina dei giudici costituzionali al fine di evitare quelli che definiva "inconvenienti" nella durata dei mandati, per assicurare, invece, una certa continuità nella composizione del collegio e il Parlamento, pochi anni dopo, diede seguito a questa prima esortazione".

"Fu anche l'occasione per esprimere la convinzione che fosse opportuno introdurre in Costituzione il principio della "non immediata rieleggibilità" del Presidente della Repubblica. In quell'occasione Segni definiva "il periodo di sette anni sufficiente a garantire una continuità nell'azione dello Stato". Inoltre – aggiungeva – "la proposta modificazione vale anche ad eliminare qualunque, sia pure ingiusto, sospetto che qualche atto del Capo dello Stato sia compiuto al fine di favorirne la rielezione".

"Di qui l'affermazione che ‘una volta disposta la non rieleggibilità del Presidente, si potrà anche abrogare la disposizione dell'art.88 comma 2 della Costituzione, che toglie al Presidente il potere di sciogliere il Parlamento negli ultimi mesi del suo mandato'. Una disposizione che – a giudizio del Presidente Segni – ‘altera il difficile e delicato equilibrio tra poteri dello Stato e può far scattare la sospensione del potere di scioglimento delle Camere in un momento politico tale da determinare gravi effetti'".

Le parole di Mattarella arrivano proprio nel giorno in cui il presidente della Camera Roberto Fico, dopo aver concluso il suo mandato esplorativo, salirà al Quirinale per riferire sulle trattative per la nascita di un Conte Ter. Implicitamente il Capo dello Stato sta dicendo ai partiti della maggioranza di fare in fretta.

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