Mattarella celebra l’Unità nazionale: “Fermare tutte le guerre per ripristinare il rispetto dei diritti”
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Presidente della Repubblica MattarelladSono all'Altare della Patria, a Roma, insieme alle più alte cariche dello Stato, per celebrare la giornata dell'Unità nazionale, della Costituzione, dell'inno e della bandiera. In piazza ci sono i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, il presidente della Corte Costituzionale Augusto Barbera e il ministro Difesa Guido Crosetto. Ultimo ad arrivare, come da cerimoniale, il Capo dello Stato, accolto con l'inno d'Italia, che ha raggiunto il sacello del milite ignoto. Nel frattempo i corazzieri, in uniforme di gran gala, hanno portato la corona d'alloro sul Vittoriano.
Dopo aver deposto la corona di alloro sulla tomba del milite ignoto, Mattarella si è poi fermato in un momento di raccoglimento. "Il 17 marzo celebriamo il 163° anniversario di nascita del nostro Paese, al quale le battaglie che vi fecero seguito in tutto l'arco del Risorgimento avrebbero consentito di essere finalmente unito. La ‘Giornata dell'Unità Nazionale, della Costituzione, dell'Inno e della Bandiera', riassume i valori di indipendenza, sovranità popolare, libertà, giustizia, pace, coniugati in oltre un secolo e mezzo di percorso impervio e difficile e mirabilmente riassunti nella Costituzione repubblicana", dice il Presidente della Repubblica. "Generazioni generose furono protagoniste del nostro essere Italia, sino a quelle che, senza esitazioni, seppero scegliere la causa della Liberazione nella Seconda guerra mondiale. E, oggi, Costituzione, Inno degli Italiani e Tricolore simboleggiano la Repubblica Italiana".
"Più vero sarà l'ideale della nostra unità, più ricco di opportunità sarà l'avvenire del popolo italiano. Le Istituzioni sono chiamate, per prime, a dare esempio di collaborazione e responsabilità, di unione nel servizio al bene comune. I venti di indipendenza e libertà che attraversarono l'Europa nei secoli scorsi, con le domande di democrazia e giustizia sociale che le hanno accompagnate, hanno trovato nel percorso della integrazione europea la cornice di garanzia".
"Oggi, siamo di fronte a sfide non dissimili da quelle che vennero affrontate allora. La crescente e terribile situazione di instabilità caratterizzata da aggressioni sempre più sanguinarie, in Ucraina come in Medio Oriente, minacciano di coinvolgere tutta la comunità internazionale. Queste guerre vanno fermate, affinché si ripristini il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale, a garanzia della vita di ogni popolo" conclude il Presidente della Repubblica.