Mascherine a scuola, Sasso a Fanpage: “Speranza ammetta errore, nessuna base scientifica per tenerle”
Le mascherine continuano a essere obbligatorie per gli studenti in classe, e secondo le norme in vigore i ragazzi dovranno indossarle tra i banchi fino alla fine dell'anno scolastico, quindi anche durante gli esami di terza media e di maturità. A quanto ha appreso Fanpage.it è in corso al ministero della Salute una valutazione sull'eventuale eliminazione dell'obbligo di indossare i dispositivi di protezione a scuola, in linea con il generale allentamento delle misure anti Covid. Dal prossimo 15 giugno infatti le mascherine non saranno più richieste in molti luoghi al chiuso. Abbiamo chiesto un parere al sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso (Lega), che ha esplicitamente criticato la decisione prudenziale del ministro della Salute Roberto Speranza.
Sottosegretario, in molti chiedono lo stop delle mascherine in classe, prima della fine dell’anno scolastico. State prendendo in considerazione una fine anticipata dell’obbligo?
Se dipendesse da me, l’obbligo sarebbe già decaduto. I ragazzi sono costretti a tenere le mascherine in aula anche in questi giorni, con i termometri oltre i 30 gradi, e poi, in palestra o in altri luoghi di ritrovo, sono liberi di non indossarla: non ha alcun senso. Eminenti rappresentanti del mondo della scienza e della ricerca concordano sul fatto che, almeno quando si è seduti al proprio posto in classe, le mascherine potrebbero benissimo essere tolte senza rischi. Purtroppo, però, il ministro Speranza finora ha preferito muoversi sulla base di una pregiudiziale politica. Spero sempre che si ravveda.
Avete evidenze scientifiche che suggeriscono di mantenere l’obbligo?
No. Ma no lo dico io che non ho competenze in materia. Il professor Rezza, ex membro del Comitato tecnico scientifico e autorevolissimo collaboratore del Governo, ha candidamente e pubblicamente ammesso che il ministero della Salute non è in possesso di studi in grado di fornire una base scientifica alle tesi del ministro Speranza. Parole che fugano qualsiasi dubbio.
È in corso al ministero della Salute una valutazione sul punto. Sarà possibile svolgere gli esami di maturità e di terza media senza le mascherine?
L’apertura dei sottosegretari Costa e Sileri è certamente un segnale positivo, ma va superata la pervicacia del ministro Speranza. Finora, mentre nel Paese tutte le restrizioni che riguardano attività produttive, commerciali e ricreative vengono via via smantellate, si è scelto di penalizzare solo il mondo della scuola. Il quale, va sottolineato, nei due anni della pandemia ha risposto con enorme senso di responsabilità alla campagna vaccinale e a tutte le misure prese dal Governo. Ministro Speranza, ammetta l'errore e torni sulla sua decisione.
Quali sono le altre misure di sicurezza anti Covid che dovranno essere rispettate durante le prove?
I contagi sono decisamente in calo ed è ormai provato che la scuola non è un luogo di infezione: i maggiori rischi sono prima e dopo le lezioni, non certo dentro le aule. In ogni caso, anche durante gli esami, sarà bene mantenere quelle misure di buon senso che ormai abbiamo imparato a osservare: evitare assembramenti, ventilare gli ambienti, igienizzare le mani.
Per il prossimo anno scolastico ci saranno ancora le mascherine obbligatorie tra i banchi per gli studenti più grandi?
Mi auguro proprio di no, sia per la comunità scolastica, che in questi due anni ha dato prova di grande responsabilità e merita di riassaporare un po’ più di libertà, sia perché vorrebbe dire che tutto il Paese si è messo definitivamente alle spalle l’incubo chiamato Covid-19.
Cosa prevede il Protocollo d'intesa appena firmato da Inail, ministero del Lavoro, ministero dell'Istruzione e Ispettorato nazionale del lavoro?
Coinvolgere le scuole sulla sensibilizzazione e la diffusione della cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro è fondamentale. Non solo perché anche i ragazzi, con quelli che vengono chiamati Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento, sono coinvolti in prima persona. Ma anche perché ogni studente di oggi sarà un lavoratore domani, quindi è della massima importanza affrontare il tema già nelle classi. Sul fronte delle morti e degli infortuni sul lavoro gli ultimi mesi sono stati durissimi: c’è bisogno di una risposta complessiva, di sistema: la scuola deve fare la sua parte.
Come si può migliorare l'alternanza Scuola-lavoro?
Gli studenti vanno in azienda per osservare, imparare, formarsi, non per essere utilizzati come forza lavoro ordinaria. Questo deve essere chiaro e, vale la pena sottolinearlo, la stragrande maggioranza delle realtà imprenditoriali si comporta in modo corretto. Bisogna però vigilare ed estromettere dal circuito chi non rispetta le regole. In questo è fondamentale la collaborazione con gli enti locali, che hanno una conoscenza più approfondita del proprio territorio e sono in grado di certificare ex ante la serietà di un’azienda.
Perché secondo voi la proposta sullo ius scholae, che andrà in Aula il 24 giugno, è in realtà uno Ius soli mascherato?
Le faccio un esempio pratico. Una volta approvato lo ius scholae, cosa succederebbe se non venisse rinnovato il permesso di soggiorno al genitore di un minore divenuto cittadino italiano? Prevarrebbe, logicamente, la tutela del bambino e dunque il diritto al ricongiungimento familiare, che di fatto si trasformerebbe in una sorta di sanatoria universale. Un caso replicabile all’infinito e che, di fatto, porterebbe a un’estensione generalizzata della cittadinanza. Un meccanismo ingiusto e insostenibile. Tra l’altro va evidenziato come le leggi attuali tutelino ampiamente i minori stranieri, ai quali vengono già garantiti i diritti di cui godono i loro coetanei italiani: in primis quelli alla salute e all’istruzione.