Martina: “Salvini stia sereno, Il Pd non governerà mai con la Lega”
Il Pd rimane fermo sulle sue posizioni e continua a escludere sia un accordo di governo con il MoVimento 5 Stelle sia con il centrodestra. “Lo escludo”, afferma Maurizio Martina, segretario reggente del Pd, intervistato da Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa', parlando dell’ipotesi di un governo del Pd con il centrodestra. “Credo che non potremo mai sostenere un governo di altri. Se è evidente la distanza con i Cinque Stelle, lo è anche con Salvini. Anzi, lo rassicuro visto che dice sempre che non vuole un governo con noi: il Pd con Salvini mai, quindi stia sereno”.
Martina si rivolge a Di Maio e Salvini, rispondendo al conduttore che gli chiedeva di dare loro un consiglio: "In termini costruttivi dico solo finitela con le vostre ambiguità, arrivate al punto. Noi a queste condizioni dobbiamo essere coerenti con il voto, non vedo le condizioni per cambiare lo scenario se continua questo ruolo a chi fa il topo e il gatto tra Salvini e Di Maio. Noi presenteremo tra qualche ora la prima proposta di legge, si tratta dell’allargamento delle risorse per il ReI, per il contrasto alla povertà. Chi ci sta? Questo è il tema".
Nessuna possibilità neanche di trovare un accordo sul contratto proposto dai Cinque Stelle: “La nostra posizione non cambia rispetto a quello che abbiamo detto al Quirinale e pubblicamente. Assistiamo a una scena abbastanza surreale: chi è uscito obiettivamente vincitore alle elezioni, centrodestra e M5s, dal 5 di marzo ha cercato di costruire un percorso di governo, non è chiaro se questo percorso avrà uno sbocco, hanno fatto delle scelte insieme, è evidente la loro difficoltà perché hanno raccontato all’Italia tutto e il contrario di tutto. Se uno mettesse in fila le grandi illusioni propagandistiche di queste grandi forze, saremmo di fronte al festival dell’irrealtà. Noi non facciamo i piani B di altre forze politiche, non siamo indifferenti a ciò che sta accadendo, ma vogliamo essere coerenti, non cerchino di tirare per la giacca noi quando non hanno risolto la loro coerenza di fondo”.
Martina argomenta ancora:
Io confermo l’indisponibilità del Pd a fare da soggetto protagonista di una vicenda tutta ambigua che si sta consumando tra centrodestra e 5 Stelle: dicessero seriamente agli italiani se sono in grado di offrire un governo oppure no. Per me contano i programmi. Io non posso dimenticare che in campagna elettorale il principale argomento loro è stato la totale distruzione di ciò che abbiamo fatto noi. Non possiamo essere incoerenti e dimenticare la grande diversità che ci attraversa. Il tema non è incontro sì o incontro no, ci si può incontrare per riconoscere una grande diversità. Noi non siamo indifferenti, però siamo coerenti e responsabili.
Martina non esclude invece l’ipotesi di un governo tra Di Maio e Salvini, senza Berlusconi: “Non credo sia fantascientifico, sinceramente mi preoccupa un governo segnato da due leadership così”. Tornando a parlare di una “sconfitta drammatica” alle elezioni del 4 marzo, il segretario reggente dem si sofferma anche sulle motivazioni di quel risultato: “Si incrociano diverse questioni: certamente non abbiamo saputo cogliere fino in fondo la domanda di cambiamento che il Paese esprimeva, pur avendo lavorato tanto e ottenendo risultati importanti per il Paese. Purtroppo non siamo riusciti a rispondere alle inquietudini, alle paure, alle solitudini. Non sono tra quelli che pensano non ci sia più differenza tra destra e sinistra. La destra da ultra-liberista è diventata identitaria. Ha risposto alla richiesta di protezione con la chiusura. La sinistra ha faticato a trovare la sua nuova bandiera. L’alternativa alla chiusura per noi è la comunità, io propongo che il Pd torni a ragionare nel territorio e a fare comunità, costruire legami sociali”.
Sull’assemblea del Pd, Martina afferma che vedrà eventualmente dopo il 21 aprile se candidarsi nel caso in cui si decida di andare subito a primarie. Intanto spiega cosa avverrà tra pochi giorni: “Deciderà l’assemblea, il mio lavoro è continuare una ricostruzione dopo la sconfitta del 4 marzo. Mi propongo come segretario del partito anche dopo l’assemblea nazionale. Il lavoro di ricostruzione che dobbiamo fare è ispirato a criteri di collegialità. Sono legittime tutte le prospettive, ma credo che in questo momento non abbiamo bisogno di conte, dobbiamo rilanciare i fondamentali del nostro progetto, costruendo un collettivo, una squadra, un gruppo”.