Maroni “mostra” il suo sì all’arresto di Cosentino
La Lega si spacca sul caso Cosentino. La Camera dei deputati ha deciso di preservare dalle manette il parlamentare del Pdl. E la colpa o il merito spettano al Carroccio. Dapprima una posizione dura e intransigente, poi la libertà di coscienza. In giunta per le autorizzazioni i padani avevano votato per l'arresto di Cosentino, poi l'acceso dibattito interno e la decisione di lasciare libertà di scelta ai parlamentari. Secondo indiscrezioni, durante la riunione pre-voto sarebbero anche volate parole grosse tra i leghisti, qualcuno sarebbe arrivato addirittura alle mani.
Maroni contro Bossi
Le divergenze hanno contrapposto per l'ennesima volta l'ala "maroniana" e quella "bossiana" della Lega Nord: l'ex Ministro degli interni era per il voto favorevole all'arresto di Cosentino, il senatur, invece, pareva molto più morbido sulla questione. E la delusione di Maroni nel lasciare Montecitorio dopo la votazione è parsa chiara a tutti i cronisti: "Non ho condiviso la posizione di lasciare libertà di voto. Io ero favorevole all'arresto" ha sentenziato l'ex Ministro degli interni, pur dichiarando che con Bossi non c'è stata alcuna divergenza. E la reazione del senatur non s'è fatta attendere: "Maroni è scontento? Non piangeremo. La Lega non è mai stata forcaiola".
Le due dita di Maroni
La votazione di oggi era a scrutinio segreto, ma Maroni ha comunque voluto mostrare a tutti di aver votato "sì" all'arresto di Nicola Cosentino. Per farlo ha infilato solamente due dita nel lato sinistro dell'apposita fessura (come mostrato nel video in apertura), quello dove si trova il pulsane del "sì". Che sia stato un manifesto segno di dissenso nei confronti della linea del partito? Probabile. E il Carroccio traballa.